Visione, cuore e coraggio: la vita di Valentino Giambelli
Presentato il libro dedicato all'imprenditore brianzolo, scomparso 5 anni fa, storico presidente del Monza calcio.
Visione, cuore e coraggio: tre parole per descrivere una vita, tre parole per raccontare un imprenditore che ha segnato la storia della Brianza e non solo.
Il papà delle Torri Bianche e del Monza
Parterre d’eccezione lunedì 15 aprile al ristorante Saint Georges Premier di Monza per la presentazione del libro dedicato a Valentino Giambelli, omatese doc, classe 1928, scomparso nel marzo di 5 anni fa, storico costruttore (è sua la paternità del centro Torri Bianche di Vimercate) alla guida dell’azienda di famiglia e a lungo protagonista nel calcio prima come giocatore del Monza e e poi come presidente capace di portare la società alle soglie della Serie A.
Ospiti d'eccezione
L’evento di lunedì, organizzato dal "Centro studi liberi nell’Agorà" (a fare gli onori di casa il presidente Bruno Santamaria), ha visto la presenza della famiglia Giambelli al gran completo (in prima fila i figli di Valentino: Paola, Elio e Michele), dell’autore del libro, il vimercatese Michele Mauri, e di tanti amici e rappresentanti delle istituzioni. A cominciare dal deputato brianzolo Fabrizio Sala, dagli assessori del Comune di Monza Ambrogio Moccia e Viviana Guidetti, e alcuni ex sindaci come Rosella Panzeri e Roberto Colombo.
Il figlio Michele: "Papà aveva lo sguardo sempre rivolto al futuro"
"E’ una grande emozione e un grande onore trovare qui oggi tante persone venute per ricordare papà - ha esordito durante la presentazione il figlio Michele che, insieme ai fratelli, ha raccolto il testimone dell’azienda di famiglia - Papà era un vulcano, pieno di forza ed entusiasmo. Faceva tantissime cose. Anche noi facevamo fatica a tenere il suo passo. Aveva lo sguardo sempre rivolto al futuro senza perdere mai però la consapevolezza delle sue origini e la praticità dei brianzoli".
Da contadino a imprenditore
Nato e cresciuto a Omate di Agrate Brianza da famiglia contadina, grazie alla propria forza di volontà Giambelli ha spiccato il volo con in tasca un diploma da geometra, creando un impero che gli ha consentito negli anni di acquistare anche quella meravigliosa villa dei principi Trivulzio di Omate, ora dimora di famiglia, che da bimbo ammirava da fuori. Una scalata resa possibile anche grazie alla compagna di vita, la moglie Beatrice Verpa, scomparsa nel gennaio scorso.
"Valentino Giambelli era un sognatore con la marcia da imprenditore - ha sottolineato Michele Mauri, autore del libro - Aveva quel raro coraggio che gli consentiva di fare sempre un passo in più".
L'amicizia con Adriano Galliani
Nel libro non poteva mancare, naturalmente, anche un capitolo dedicato al suo Monza, dove aveva militato prima come calciatore, poi come dirigente, infine, come storico presidente. Quello della cavalcata fino alle soglie della Serie A, ma anche quello che realizzò lo stadio Brianteo e il centro sportivo Monzello. A tal proposito durante la serata è stato trasmesso anche un videomessaggio dell’amico Adriano Galliani, cresciuto nel Monza con Valentino e ora vicepresidente e amministratore delegato della società. Galliani ha ricordato come Giambelli sia stato il primo a pensare in grande anche per la società di calcio simbolo della Brianza gettando quelle basi che tre anni fa consentirono l’approdo in Serie A.
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Questo è un libro dovuto - ha aggiunto ancora il suo autore - Per una persona che lascia una grande eredità e un messaggio molto semplici: ciascuno di noi, con cuore e coraggio, può cambiare le sorti della propria vita".
Il ricordo di Fabrizio Sala
"Valentino e la sua famiglia sono il classico esempio di cosa voglia dire fare impresa in Brianza - ha tenuto a sottolineare il deputato Fabrizio sala - Sono l’esempio di un’azienda che è anche famiglia, di una vita che si tramanda. Sono la dimostrazione, tipica brianzola, che la semplicità, accompagnata alla tenacia, può lasciare il segno".
L'ex sindaco Rosella Panzeri: "Era un passo avanti"
"Valentino era un amico - ha concluso l’ex sindaco di Monza Rosella Panzeri - Era un passo avanti. Lo dimostrò quando all’epoca si sedette davanti a me per parlarmi del progetto del Monzello. Sembrava una cosa irrealizzabile. Invece aveva ragione lui".