Monza

Visita al carcere, la denuncia di Nessuno tocchi Caino: "Il sovraffollamento soffoca la struttura"

Con l'associazione avvocati, rappresentanti politici di Più Europa e amministratori locali del Partito Democratico per rendersi conto delle condizioni dei detenuti.

Visita al carcere, la denuncia di Nessuno tocchi Caino: "Il sovraffollamento soffoca la struttura"
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Visita al carcere di Monza dell'associazione Nessuno tocchi Caino con gli avvocati della Camera penale e dell'ordine degli avvocati con rappresentanti politici di Più Europa e amministratori locali del Partito Democratico.

Tanti amministratori locali in visita al carcere di Monza

Tra i tanti amministratori locali partecipanti, le presidenti del Consiglio Comunale di Agrate Brianza e Cavenago Brianza e consiglieri comunali di Monza, Lissone, Seregno, Desio, Cesano Maderno, Lentate sul Seveso e altri Comuni della Brianza. "Il sovraffollamento - ricorda Elisabetta Zamparutti, tesoriera di Nessuno tocchi Caino - soffoca la struttura con i suoi 716 detenuti a fronte di una capacità regolamentare di 411 posti. Ben 398 sono i detenuti con dipendenze da sostanze e circa 250 quelli con malattie psichiatriche o con disturbi comportamentali. È inoltre impressionante la presenza di giovani adulti".

Rampi: "Un luogo di sofferenza e di abbandono"

"Particolarmente importante - sottolinea Zamparutti - in un momento in cui tutto sembra basarsi sui rapporti di forza vedere un carcere che cerca di costruire forza dalle relazioni tra le persone come anche con gli enti territoriali". E Roberto Rampi, ex parlamentare del territorio e rappresentante dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, componente della segreteria e del direttivo nazionale di Nessuno tocchi Caino, aggiunge: "È importante aprire il carcere alla conoscenza da parte dei cittadini contro gli stereotipi che si hanno. Un luogo di sofferenza e di abbandono dove vengono fatte 'sparire' tante persone che avrebbero invece bisogno di aiuto, tossicodipendenti e persone con problemi psichici particolarmente. Un luogo che non ottiene i risultati che ci si aspetta nonostante l’impegno di chi ci lavora".

Di Paolo: "Bisogna vedere per capire e prendere coscienza"

Rampi ha richiamato l'impegno di Nessuno tocchi Caino "che ogni giorno, tutto l'anno, non solo a Natale, visita le carceri e si impegna per superare un sistema penale che non funziona". Il consigliere provinciale Vincenzo Di Paolo, anch'egli  componente del Consiglio direttivo di Nessuno tocchi Caino afferma: "A Rebibbia Papa Francesco ha aperto la porta santa del Giubileo in carcere . Abbiamo cercato anche noi di aprire le porte del carcere, accompagnando questa nutrita delegazione in visita. Perché bisogna vedere, osservare, parlare direttamente con chi in carcere ci vive e ci lavora, per poter capire e prendere coscienza".

Il dissenso verso le misure del governo

"I tanti amministratori locali presenti, espressione di una nuova generazione di consiglieri comunali - rimarca Di Paolo - ci danno speranza per provare a costruire in Brianza una rete per portare avanti progetti che possano sostenere percorsi di reinserimento di tante persone a cui, troppo spesso, vengono negate occasioni di riscatto possibile". Secondo il segretario provinciale di Più Europa Giulio Guastini: "La politica punitiva del governo Meloni sta aggravando una situazione già critica nel sistema carcerario italiano, emanando continuamente decreti che inaspriscono pene o vanno a istituire nuovi reati. Particolarmente critici sono il Decreto Sicurezza, che ha equiparato la rivolta violenta con la resistenza passiva andando a reprimere la possibilità di esprimere il dissenso da parte dei detenuti, e il Decreto Caivano, con il suo approccio punitivo verso la criminalità minorile, che non ha affrontato adeguatamente le esigenze educative e di reintegrazione dei giovani detenuti. Non possiamo che esprimere il nostro più profondo dissenso verso misure profondamente lesive dello stato di diritto".

D'Elia: "Un istituto ormai fuori dal tempo e dal mondo"

"Il carcere - ricorda Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino - è un istituto ormai fuori dal tempo e dal mondo. In carcere la perdita è totale: della salute, del senno, della vita, degli stessi sensi fondamentali e dei più significativi rapporti umani. 88 detenuti che si sono tolti la vita in questo anno che volge alla fine e 8 detenenti che si sono suicidati. Altri 156 sono morti per altre cause. 'L’essere speranza contro ogni speranza è il vento dello spirito che muove il mondo' -  ha poi affermato, citando la lettera che Marco Pannella aveva scritto a Papa Francesco poco prima di morire per sottolineare l'impegno "nella ricerca non di un diritto penale migliore ma di qualcosa di meglio del diritto penale. È giunto il tempo di liberarsi di un sistema inutile e dannoso sia per i carcerati sia per i carcerieri", ha rimarcato.

Sala: "La pena come strumento di rieducazione"

“Un’esperienza davvero toccante che ci ha permesso, inoltre, di vedere con i nostri occhi le condizioni di vita dei detenuti nella struttura della nostra provincia, con un sovraffollamento sconcertante che mina le condizioni di vita e salute dei detenuti e le condizioni di lavoro degli operatori”, è stato  il commento Davide Usai, responsabile Diritti Umani del Pd, mentre Laura Irene Mauri, avvocata e responsabile legalità provinciale, puntualizza: "Una giornata come questa ci ricorda che il tema dei diritti, individuali e collettivi, non è retorica ma un campo in cui lavorare con maggiori risorse, attenzione e sensibilità anche per scardinare l'indifferenza". Infine, Lorenzo Sala, segretario provinciale del Pd MB richiama "un intervento deciso del governo che migliori le condizioni di vita dei detenuti e garantisca il principio costituzionale della pena come strumento di rieducazione del detenuto".

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