Lentate sul Seveso

«Voglio dare coraggio a chi, come me, soffre di endometriosi e vulvodinia»

La 32enne Matilde Maitan racconta la sua esperienza nel libro «Rebound - Ciò che più si ama»

«Voglio dare coraggio a chi, come me, soffre di endometriosi e vulvodinia»
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Un romanzo catartico, che le ha permesso di scandagliare le profondità della sua anima e di sciogliere alcuni nodi irrisolti. E che l’ha aiutata, man mano che metteva nero su bianco la storia della protagonista, ad affrontare il proprio dolore, con la speranza che ora la sua testimonianza possa dare conforto e sostegno a chi, come lei, soffre di endometriosi e vulvodinia, due patologie ginecologiche invalidanti di cui si parla ancora troppo poco.

«Voglio dare coraggio a chi, come me, soffre di endometriosi e vulvodinia»

In «Rebound - Ciò che più si ama», il suo romanzo di esordio, si è raccontata a cuore aperto la 32enne di Camnago Matilde Maitan, laureata in Giurisprudenza e con un master in Fashion Brand Management.

«C’è tantissimo di me in Vittoria, la protagonista del libro - spiega - Una ragazza che dopo quasi dieci anni ha finalmente ricevuto una diagnosi di endometriosi e vulvodinia, dando un nome ai dolori lancinanti che provava». Così come è successo a Matilde, che solo nel 2021 ha saputo di cosa soffriva, il primo passo per affrontare un percorso di cura. Un iter lungo, fatto di tanti step, che non è ancora concluso. «Si va un po’ per tentativi, a settembre sono stata a Barcellona per cercare altre strade - spiega - Sono malattie di cui non si parla tanto, ma che colpiscono parecchie ragazze e sarei contenta se la mia esperienza potesse essere d’aiuto a qualcuna di loro».

Matilde, nel febbraio 2022, ha dovuto fare i conti anche con la depressione, scaturita da quell’effetto rebound che dà il nome al suo romanzo.

«Per le mie patologie devo prendere numerosi farmaci che, quando interrotti, vanno scalati gradualmente per evitare effetti collaterali come gli attacchi di panico o, appunto, la depressione - racconta - Due anni e mezzo fa mi ero dimenticata il porta pillole che preparavo meticolosamente e non avevo assunto le medicine per i giorni in cui mi ero assentata da casa, non pensando che le conseguenze sarebbero state così devastanti. Invece questo “rimbalzo” mi ha investito con una spinta vigorosa, trascinandomi in un profondo buco nero».

Da cui, fortunatamente, è uscita, tornando alla luce dopo aver riattraversato i passaggi principali della sua esistenza, «per individuare i punti in cui, forse, mi ero persa».

Proprio nel febbraio 2022, mentre stava combattendo contro la depressione che le divorava l’anima, ha iniziato a scrivere il romanzo, che finalmente ha visto la luce. La scelta del mese di novembre per l’uscita non è casuale, dato che l’11 ricorre la Giornata nazionale per la consapevolezza sulla vulvodinia e sulla neuropatia del pudendo.

«Ho già iniziato a fare delle presentazioni, mi piacerebbe portare il romanzo anche nelle farmacie e nei centri ginecologici - conclude Matilde - E magari anche a Lentate».

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