Solidarietà

15.500 euro dalla Cgil MB all'Ats per acquistare dispositivi di protezione individuale

Un contributo economico che si chiede sia destinato anche per  acquistare strumenti di monitoraggio diagnostico per i medici.

15.500 euro dalla Cgil  MB  all'Ats per acquistare dispositivi di protezione individuale
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15.500 euro dalla Cgil MB all'Ats per acquistare dispositivi di protezione individuale. Un contributo economico che si chiede sia destinato anche per  acquistare strumenti di monitoraggio diagnostico per i medici.

15.500 euro dalla Cgil MB all'Ats per acquistare dispositivi di protezione individuale

Sostenere e rafforzare l’assistenza territoriale in questa fase di emergenza. Questo l’obiettivo della Cgil di Monza e Brianza che, con un proprio contributo di 15.500 euro, concorre alla raccolta fondi organizzata da Ats Brianza per fronteggiare l’emergenza dovuta alla pandemia che ha colpito anche il nostro territorio.

La somma – fanno sapere dal sindacato di via Premuda – è stata raccolta anche grazie all’aiuto delle diverse federazioni di categoria delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici e privati, dell’industria e dei servizi, delle pensionate e dei pensionati.

La Cgil di Monza e Brianza ha chiesto all’Ats che il proprio contributo economico sia destinato alla fornitura di dispositivi di protezione individuale e di strumenti di monitoraggio diagnostico per medici di Medicina generale, personale facente parte delle Usca, Unità speciali di continuità assistenziale, personale dedicato all’assistenza domiciliare e a medici della cosiddetta “guardia medica” del nostro territorio.

Secondo la Cgil di Monza e Brianza, infatti, per arrestare il contagio oggi è indispensabile organizzare e potenziare sul territorio una rete di presa in carico delle tante persone in “quarantena” a casa propria, della popolazione fragile e considerata a maggior rischio, quella asintomatica, quella che deve conoscere le proprie condizioni per poter riprendere il lavoro in sicurezza per sé e per gli altri.

È necessario garantire le condizioni di sicurezza a tutto il personale sanitario che opera sul territorio, dotandolo di tutti i necessari dispositivi di sicurezza individuale e gli strumenti di monitoraggio diagnostico.

"Il personale sanitario deve operare in modo sicuro"

“Si tratta di personale che, al pari di quello ospedaliero, deve poter essere certo di svolgere la propria attività in modo sicuro per sé e per i propri pazienti e di poter disporre di evidenze diagnostiche per poter decidere con maggiore tranquillità, ad esempio, se e quando interrompere un isolamento fiduciario”, spiega Angela Mondellini, segretaria generale Cgil di Monza e Brianza, che aggiunge: “L’attuale situazione ha reso evidente la miopia di scelte compiute in passato sul sistema sanitario nazionale, a partire dalla reiterata riduzione del suo finanziamento. Questa inedita e drammatica situazione ha reso evidente, soprattutto in Lombardia, come la centralizzazione ospedaliera dei servizi, la mancanza di investimento nella rete sanitaria territoriale e lo smantellamento di servizi pubblici a erogazione diretta hanno, purtroppo, presentato il conto e determinato condizioni che hanno messo in grande difficoltà la stessa rete ospedaliera”.

“Senza un immediato trasferimento di cospicue risorse al sistema sanitario pubblico, nelle sue articolazioni nazionale, regionale e territoriale, senza un tempestivo cambiamento nell’attuale modello di organizzazione della sanità della Lombardia, si allontana l’obiettivo di contenere la diffusione dell’epidemia e contribuire ad aprire la cosiddetta ‘fase due’ con maggiori garanzie di sicurezza per i cittadini, per i lavoratori del sistema sanitario e per tutti coloro che dovranno tornare a produrre beni e servizi”, conclude la segretaria generale della Cgil di Monza e Brianza.

(Nella foto la segretaria generale della Cgil di Monza e Brianza Angela Mondellini)

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