Lissone, 4 Novembre: si ricorda la fine della Grande guerra - FOTO
La ricorrenza in occasione delle celebrazioni per la Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate italiane
Ricorrenza del 4 Novembre: anche a Lissone le celebrazioni insieme ai ragazzi della terza C della scuola media "Farè" di via Caravaggio. Un appuntamento speciale, per celebrare il centenario della fine della Grande guerra (1915-1918).
4 Novembre: Lissone celebra e ricorda
La commemorazione è partita alle 9 nel rione Bareggia, con la deposizione della corona al monumento in piazza Sant'Antonio Maria Zaccaria.
La cerimonia è poi proseguita a Villa Reati, sede della "Combattenti e reduci". Il corteo, con in testa il corpo bandistico Santa Cecilia, ha reso omaggio al tricolore in piazza 4 Novembre prima di proseguire in piazza Libertà con la deposizione della corona al monumento ai Caduti per la libertà.
Nella chiesa della Madonna Addolorata di piazza Maria Bambina si è tenuta la funziona religiosa celebrata dal prevosto di Lissone, don Tiziano Vimercati. Il corteo, al termine della messa, è poi proseguito per il cimitero con l'omaggio all'Altare della patria e alle steli degli "eroi lissonesi".
In Comune con i ragazzi della "Farè"
Nella sala consiliare del Palazzo del Comune il sindaco Concetta Monguzzi ha poi accolto i ragazzi della terza C della scuola media "Farè" che hanno ricordato i caduti lissonesi nella Prima guerra mondiale.
Alla cerimonia hanno partecipato anche Giacomo Monguzzi, presidente della "Combattenti e reduci", il maresciallo Luigi Iacobucci, vicecomandante della Stazione dei Carabinieri di Lissone e i rappresentanti delle associazioni civili, militari e di volontariato della città.
Compito del Coro Città di Lissone chiudere la celebrazione, con i canti che hanno "accompagnato" i militari al fronte.
Bollettino della Vittoria
Qui riportiamo il Bollettino della Vittoria, pronunciato dal generale Armando Diaz alle 12 del 4 novembre del 1918, con il quale si concludevano definitivamente le operazioni belliche della Prima guerra mondiale.
La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di sua maestà il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita. La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, sua altezza reale il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute. L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.
Armando Diaz, comandante supremo del Regio Esercito
Le immagini delle celebrazioni a Lissone
© RIPRODUZIONE RISERVATA