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A Meda il Tarò torna a fare paura

Dopo l'ultimo episodio di maltempo il torrente è esondato in vicolo Rho.

A Meda il Tarò torna a fare paura
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A Meda il Tarò torna a fare paura. Dopo l'ultimo episodio di maltempo, nella notte tra lunedì e martedì, le acque del torrente sono fuoriuscite in vicolo Rho, allagando i giardini di alcune abitazioni. E ai residenti è sembrato di rivivere l'incubo del novembre 2014, quando le conseguenze dell'esondazione furono devastanti.

Il Tarò è esondato

L'abbonante pioggia precipitata nella notte tra lunedì 3 e martedì 4 luglio ha causato un innalzamento del livello del torrente che attraversa Meda. In vicolo Rho, strada costeggiata dal fiume, in corrispondenza dei civici 53, 55 e 57, i residenti hanno dovuto fare i conti con l'acqua, che fortunatamente non ha causato gravi conseguenze come nove anni fa. Ma ha riacceso i riflettori su una problematica annosa, che necessita di essere affrontata.

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Cittadini e minoranza chiedono interventi urgenti

Subito alcuni cittadini e la capogruppo del Polo civico per Meda, Rina Del Pero, che tra l'altro abita in una traversa di vicolo Rho e quindi ha potuto constatare coi propri occhi quanto accaduto, si sono mobilitati, chiedendo all'Amministrazione comunale e in particolare al sindaco Luca Santambrogio di intervenire per mettere in sicurezza le sponde del torrente e provvedere alla sua manutenzione, per scongiurare che si ripresentino le gravi conseguenze del 2014. Una richiesta che il Polo civico aveva già fatto nel 2014 all'ex sindaco Gianni Caimi.

Il geologo: "Meda è a rischio idraulico"

Immediato anche l'intervento del geologo Gianni Del Pero, che anche in passato aveva sollecitato le Amministrazioni comunali a risolvere questa annosa criticità, con interventi urgenti per la messa in sicurezza e la manutenzione idraulico-forestale:

"Le alluvioni del 2014 aveva lasciato nel letto del torrente depositi di sabbia e ghiaia. Gli interventi raffazzonati del 2015 avevano peggiorato la situazione con massi che sono rotolati fino al ponte del quartiere "Svizera". E poi il nulla, solo la folle attesa di un sottopasso e di "spostare" il Tarò che anche oggi ci ha ricordato che gran parte di Meda è a rischio idraulico e si è riappropriato della sua valle alluvionale. E' bastata infatti mezz'ora di forte pioggia per far sì che il torrente uscisse dagli argini".

 

 

 

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