A Meda un cinghiale in piazza Cavour

A Meda un cinghiale in piazza Cavour
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Un "cinghiale" in piazza Cavour a Meda.

Ha suscitato curiosità il cinghiale di Mattia Consonni

Ha suscitato stupore e curiosità l’ultima installazione animalesca dell’inarrestabile artista medese Mattia Consonni: un cinghiale in vetroresina decorato con sette vinili che rappresentano le note musicali. Ora si «abbevera» alla fontana di piazza Cavour, suscitando la curiosità dei passanti, ma presto troverà casa in Municipio, perché il suo creatore ha deciso di donarlo al Comune.

Un'opera ispirata alla storia di Meda

D’altra parte, l’ultima sorprendente opera di Consonni è ispirata proprio alla storia dei patroni di Meda, i Santi Aimo e Vermondo, che secondo una leggenda mentre erano a caccia nei boschi intorno a Meda si sarebbero trovati ad affrontare un branco di cinghiali particolarmente grossi e feroci che avrebbero preso a scavare alle radici dell’albero su cui i due fratelli avevano cercato di trovare rifugio. Vedendosi perduti, i due fecero voto di fondare un monastero ed ecco che miracolosamente i cinghiali si sarebbero dileguati. Aimo e Vermondo realizzarono il monastero promesso, ovvero la chiesa di San Vittore, dove tuttora sono conservate le loro spoglie.

Dai boschi a piazza Cavour

«Ho immaginato che “Demo” fosse un discendente di quei cinghiali e ho pensato a una storia che lo vedesse protagonista - spiega Consonni - Prima si aggirava nei boschi intorno a Meda, poi, secondo la profezia di Vanni, un anziano della città, sarebbe stato visto in piazza Cavour». E così, infatti, è stato. Nei prossimi giorni sarà «adottato» dal Comune. Ma «Demo» è un cinghiale particolare: come la mucca «Melody», infatti, si ciba solo di vinili.

Un cinghiale che si nutre... di vinili

«E’ la prosecuzione del progetto con cui invito le persone a “nutrire” le mie installazioni animalesche - spiega Consonni - A chi mi porta vinili inutilizzati, grandi protagonisti delle mie creazioni, regalo un’opera della serie “Listening”, una collezione di quadretti 30 per 30 centimetri che rappresentano i volti degli ascoltatori, con lo sfondo che varia a seconda delle emozioni che di volta in volta voglio trasmettere». Una sorta di baratto artistico, un modo per rendere l’arte davvero interattiva e per promuovere la partecipazione del pubblico. Un’iniziativa che però non si fermerà con «Demo», come ci assicura Consonni: «Il prossimo animale sarà un coccodrillo...».

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