Abusi su due ragazze nella soffitta della nonna, condannato a 7 anni
Le motivazioni della sentenza a carico di un 27enne di Cavenago Brianza per fatti avvenuti in un'abitazione di Monza.
Un giovane capace di commettere nuovamente lo stesso reato – quello di violenza sessuale – per "senso di impunità".
Abusi in una casa di Monza, condannato 27enne di Cavenago
Così il gup del tribunale di Monza, Francesca Bianchetti, ha motivato la condanna a 7 anni e 4 mesi (un anno in più rispetto a quanto aveva chiesto l’accusa) pronunciata nei mesi scorsi per il 27enne di Cavenago Brianza, S.M., accusato di aver abusato, anni fa, di due ragazze, nella soffitta di casa della nonna a Monza, in zona San Fruttuoso.
"Senso di impunità"
Il giovane non viene considerato un violentatore "seriale", ma comunque ha commesso i fatti a distanza di oltre un anno, con "modalità già sperimentate in passato, nell'indifferenza della denuncia già sporta contro di lui, per il senso di impunità maturato dalla difesa superficialmente assunta dagli amici e dalla conseguente iniziale archiviazione" delle accuse.
Il secondo episodio risale al 2016. Cinque anni dopo, una delle vittime, seduta in un bar a chiacchierare con alcune amiche, all’improvviso ha confidato loro di essere stata violentata quando era minorenne. Le stesse l’hanno convinta a denunciare alla polizia quanto accaduto. Lo stesso ragazzo era stato indagato, nel 2015, per un ulteriore abuso ai danni di un’altra minorenne, classe 1997. Indagine che, all’epoca, venne archiviata poiché si riteneva che fosse stato rispettato il "dissenso" esternato dalla vittima, ma che successivamente alla denuncia "tardiva" dell’altra giovane è stata riaperta ed è diventata oggetto di contestazione.
"Carpiva il consenso e ignorava il dissenso"
Proprio questo "senso di impunità" lo avrebbe fatto sentire legittimato a ripetere la violenza. La giudice ha definito l'imputato una persona "abituata ad agire carpendo il consenso o ignorando il dissenso" delle ragazze: fatto dimostrato dalla testimonianza della ex fidanzata "sulla gravidanza indesiderata conseguenza di rapporti non protetti con il giovane nell'erronea convinzione della sua sterilità".
Una ragazza fu costretta ad interrompere la gravidanza
Ci sarebbe anche un precedente nel 2014, raccontato alla ragazza dalla nonna e dalla madre di S.M., "di un'altra minorenne costretta all'interruzione di gravidanza". Peraltro, la nonna dell'imputato, condannato due volte per maltrattamenti nei confronti dell'anziana stessa, è risultata "non dubitare dell'approccio sessuale del nipote, pur attribuendone la responsabilità all'abbigliamento succinto" della 17enne, che si era presentata "con un paio di pantaloncini e una maglietta".
Il giovane respinge ogni accusa
L'imputato ha sempre negato le accuse sostenendo che entrambe le ragazzine avevano accettato l'invito in mansarda, e le avances. Ha dichiarato che, quando una delle due ragazze si era tirata indietro, lui non aveva insistito. Secondo quanto emerso, la difesa sta preparando ricorso contro il provvedimento.