Accusati del furto di un libro antico sono stati assolti

Nei guai erano finiti due monzesi, entrambi 56enni

Accusati del furto di un libro antico sono stati assolti
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Accusati del furto di un libro antico sono stati assolti. A processo erano finiti due 56enni, un uomo e una donna residenti in città.

Accusati del furto di un libro antico

Sono stati assolti i due presunti ladri collezionisti finiti a processo in tribunale a Monza: la scorsa settima infatti, davanti al giudice monocratico, Elena Zanetti, si è chiuso il dibattimento di un furto molto particolare. Si tratta di un libro da collezione “The Holden Horses”, numero di serie 105 di 1.999. Sul banco degli imputati erano finite due persone residenti a Monza, un uomo e una donna entrambi 56enni.

I due imputati,  stavano rispondendo in aula di ricettazione, difesi dall'avvocato del Foro di Monza, Paolo Francesco Confalonieri. Secondo la ricostruzione sommaria della Pubblicaaccusa, il prezioso libro sarebbe stato rubato il primo dicembre del 2015. Il proprietario aveva sporto denuncia al Comando Stazione Miglio Appio di Roma.

Sulla base della descrizione fornita dal proprietario è stato semplice seguire le tracce, arrivando fino all'oggetto del furto. A un certo punto, infatti, a Monza è spuntato il volume, identificato grazie al numero seriale. Il libro, stando alla ricostruzione della Procura di Monza, si trovava, infatti, in possesso della coppia brianzola. La Pubblica Accusa ha contestato loro l'illecito possesso “perché al fine di procurarsi un profitto acquistavano o ricevevano il libro da collezione provento di furto a Roma”.

Dall'Appia Antica in Brianza

Dall'Appia Antica il libro è arrivato fino in Brianza, ma ora il tribunale ha stabilito effettivamente che gli imputati non avevano avuto alcuna responsabilità rispetto all'oggetto del contendere. Grande soddisfazione da parte dell'avvocato  Confalonieri che li ha difesi in aula con rito abbreviato: “I miei assistiti sono stati assolti perché non vi era la prova dell'illecita provenienza del libro. Stiamo parlando di un volume importante – ha spiegato Confalonieri – del valore di 16.500 euro. Gli imputati avevano dichiarato di averlo trovato vicino a dei sacchi della spazzatura”.

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