I fatti erano avvenuto a Monza

Accusato di violenza sessuale su due ragazze, condannato a sette anni un 28enne di Cavenago

La sentenza del gup Francesca Bianchetti, pronunciata questa mattina, ha aumentato di un anno la pena, rispetto alla richiesta del pm Sara Mantovani

Accusato di violenza sessuale su due ragazze, condannato a sette anni un 28enne di Cavenago
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Condannato a sette anni e quattro mesi di reclusione il 28enne di Cavenago Brianza accusato di due casi di violenza sessuale avvenuti nel 2016, uno dei quali denunciato cinque anni dopo dalla vittima, convinta a rivolgersi alla polizia da alcune amiche alle quali aveva reso una confidenza tardiva.

Accusato di violenza sessuale, condannato a sette anni un 28enne di Cavenago

La sentenza del gup Francesca Bianchetti, pronunciata questa mattina, ha aumentato di un anno la pena, rispetto alla richiesta del pm Sara Mantovani. Il tribunale ha stabilito anche un obbligo di risarcimento a favore di una delle due parti offese, che si è costituita parte civile. Una di queste è una ragazza all’epoca del fatto sedicenne che nel 2021 ha raccontato alle amiche di aver subito una violenza nella mansarda del ragazzo, in zona San Fruttuoso.

Lo stesso era stato indagato nel 2015 per un ulteriore presunto abuso ai danni di un’altra minorenne, classe 1997. Indagine che, all’epoca, venne archiviata poiché si riteneva che fosse stato rispettato il “dissenso” esternato dalla vittima, ma che poi è stata riaperta. L’imputato, nel 2021, era stato raggiunto da ordinanza di custodia firmata dal gip monzese Marco Formentin, che lo costringeva all’obbligo di dimora nel comune di residenza, e al divieto di avvicinamento alle due parti offese (misura – quest’ultima – ancora in vigore).

Le indagini

La procura di via Solera aveva dato incarico per le indagini agli investigatori della Squadra Mobile di Monza. Secondo quanto ricostruito, l’indagato avrebbe attirato le due ragazze nella mansarda di casa della nonna, in un quartiere periferico del capoluogo brianzolo, con la scusa di volersi confrontare con loro sulla crisi che stava attraversando con la sua fidanzata dell’epoca (“Incontriamoci per parlare”).

Una volta appartati, però, provava un approccio sessuale che, secondo le accuse, si spingeva oltre i limiti. Nel primo caso (quello archiviato e riaperto), la ragazzina era riuscita a scrollarselo di dosso e a raggiungere la porta di ingresso in lacrime, chiedendo di uscire. Richiesta alla quale l’indagato aveva acconsentito, anche se si sarebbe raccomandato di “non riferire a nessuno quanto accaduto”.

Nel secondo caso, invece – quello del 2016 -, l’abuso sarebbe andato fino in fondo. La vittima, cinque anni dopo, parlando con alcune amiche con le quali stava chiacchierando in un bar a Milano, aveva rivelato la drammatica vicenda. Questo la avevano convinta a denunciare e l’avevano accompagnata in un commissariato di Milano per mettere nero su bianco le accuse.

Il faccia a faccia con le vittime

Nel 2022, il 27enne è stato messo faccia a faccia con le vittime (in forma protetta) attraverso l’incidente probatorio. Una delle due, anche in quella occasione, è stata sopraffatta da crisi di panico. Scontato il ricorso contro la sentenza da parte della difesa.

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