Ricordo

Addio a Benito Falasco, militante leghista e cittadino attivo

Monzese doc, era stato anche consigliere di Circoscrizione 5. "Si è sempre speso per la sua città"

Addio a Benito Falasco, militante leghista e cittadino attivo
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Addio a Benito Falasco di Monza. Un militante della prima ora, uno di quelli che teneva con orgoglio il fazzoletto verde della Padania al collo. Un cittadino attivo, che si prendeva a cuore il marciapiede sotto casa e andava in prima persona a darsi da fare durante le Pulizie di Primavera e non mancava mai di abbonarsi al Giornale di Monza «perché voleva sapere tutto quello che succedeva in città», diceva.

Chi era Benito Falasco

Benito Falasco, morto a 87 anni, era un monzese innamorato della sua città e con una fortissima identità politica.
«Rappresenta la storia della Lega di Monza, c’è sempre stato e non ha mai perso un gazebo, una Pontida o una manifestazione, era una persona su cui abbiamo sempre contato», lo ricordano con commozione gli ex colleghi di partito. Tanti quelli che venerdì ci sono voluti essere alle sue esequie nella chiesa strapiena di San Pio X: l’ex sindaco Marco Mariani e gli ex segretari cittadini Cesare Gariboldi, Filippo Carati, Federico Arena e l’attuale Roberta Gramignani.

Quello di Falasco, del resto, era stato un impegno nel partito, ma anche istituzionale che l’aveva portato ad essere a lungo un apprezzato consigliere della Circoscrizione 5.
Tra i tanti ricordi anche quello di un allora giovanissimo Federico Arena che lo tenne sempre come punto di riferimento: «Quando a 20 anni diventai segretario della Lega, mi ricordo che ero emozionato e lui mi disse: “Questo è un bellissimo segno perché significa che è qualcosa a cui tieni davvero”. Mi rassicurò». Una guida, per molti, uno che fino all’ultimo ci ha tenuto ad esserci. «Ogni tanto mi chiamava, l’ultima volta stava un po’ meglio: “Ho ripreso a guidare, ma non so se riesco a passare, me la fai comunque la tessera?”, mi aveva detto. La Tessera d’oro ci voleva per lui - ricorda Gremignani - Il suo motto era come diceva Bossi: “Non chiedetevi cosa la Lega può fare per voi, ma cosa voi potete fare per la Lega” e lui ci credeva: era il perfetto militante e si dava da fare per Monza».

Il ricordo

Il suo impegno per gli altri, comunque, travalicava i confini partitici. Per gli amici e la famiglia, del resto, dava tutto. Fino all’ultimo ha accudito la moglie Cecilia, che era malata e che oggi lo piange assieme ai figli Arnaldo, Adriano e Wilma e ai 6 nipoti a cui era molto legato.

Lo ha ricordato durante la funzione anche uno degli amici storici di Muggiò: «Mi ha salvato la vita, mi disse che mi aveva visto affaticato e dovevo fare un controllo e così si sono accorti che qualcosa non andava e se io sono ancora qui lo devo a lui e al suo essere un amico prezioso».

Falasco, originario del Veneto, era arrivato a Monza nel 1953 dove aveva avviato un’azienda che produceva il tondino, il ferro che serve per creare il cemento armato per costruire le case (da solo del resto si è costruito anche la sua, in via Locarno dove ha abitato tutta la vita). Un’attività che ora manda avanti il figlio Adriano.
Tra i suoi tanti impegni, c’era anche quello sportivo. Lo ricorda Arnaldo: «Papà era stato presidente del Veloclub e oltre ad aver costruito amicizie che sono durate nel tempo, aveva anche seguito quelli che sarebbero poi diventati campioni di ciclismo, come Giacomo Nizzolo».

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