Si era presentato pochi giorni dopo l’apertura del rifugio Enpa di Monza in via San Damiano. Era affamato, nessuno sapeva da dove venisse e quale fosse la sua storia. I volontari della struttura lo hanno subito accolto e da lì non se ne è più andato.
Silvestro, il gatto mascotte del rifugio
Ribattezzato Silvestro, era un bellissimo micione dal folto pelo bianco e nero, diffidente, intoccabile. E’ stato difficile – ma non impossibile – per i volontari Enpa prendere confidenza con lui. Poi, con il passare del tempo si è sentito sempre più a suo agio, iniziando a esplorare prima i reparti esterni del rifugio, poi quelli interni, fino ad appropriarsi degli uffici e della confortevole cucina dei volontari, dove trascorreva regolarmente la notte sul divano.
Rispettando la sua natura indipendente, i volontari hanno atteso che fosse lui a scegliere quando concedere loro la sua fiducia.
Alla conquista del rifugio
Giorno dopo giorno Silvestro ha conquistato ogni angolo del parco rifugio e, soprattutto, i cuori di tutti. Si è rivelato sempre più affettuoso, guadagnandosi a pieno titolo il ruolo di “mascotte”.
Negli anni, il suo fascino fotogenico e la sua presenza sono stati “sfruttati” anche per tante iniziative dell’Ente: la promozione dei panettoni, dei mercatini natalizi, dei calendari e persino in campagne per reclutare nuovi volontari. Lui, da vero modello, si prestava con naturalezza e pazienza.
La triste notizia
Ma gli anni passavano e Silvestro stava invecchiando, tutti se ne rendevano conto anche se era difficile da accettare: era sempre più magro e lento, nonostante i suoi valori fossero ancora buoni per un gatto della sua età, stimata tra i 15 e i 18 anni.
Il 3 febbraio è arrivata la notizia che i volontari temevano: Silvestro si è addormentato in pace, sotto il sole, accompagnato dall’operatrice Lara e dalla volontaria Anna.
“La sua perdita ha lasciato un vuoto in tutti noi – fanno sapere dall’Enpa”.
Tanti messaggi per lui
Tra i tanti messaggi dei volontari, qualcuno ha scritto:
“Mi mancherà il suo musetto e la sua accoglienza quando iniziavo il turno del mattino”
Un altro ha confessato: “Ciao Silvestro, ho sempre pensato che non ci avresti mai lasciato”.
Ma Lara ci riporta alla triste realtà: “Purtroppo, in questi ambienti bisogna convivere con la morte e accettarla, anche se non diventa mai facile. Ci consola sapere che ha vissuto la vita migliore possibile e che, fino all’ultimo, si è goduto il sole, le coccole e, soprattutto, la libertà”.
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