Cordoglio

Addio all'ex messo comunale di Meda, dedicò la vita all'accoglienza di persone in difficoltà

Mario Zarpellon si è spento a 93 anni. Aveva contribuito ad aprire la casa famiglia di Seveso, poi donata alla Fondazione Maddalena Grassi.

Addio all'ex messo comunale di Meda, dedicò la vita all'accoglienza di persone in difficoltà
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Un uomo buono, sempre pronto a tendere una mano, anzi due, al prossimo. Un uomo che ha dedicato tutta la sua vita all’accoglienza di tante vite, specialmente quelle di coloro che si trovavano in difficoltà. Protagonista di una grande storia di solidarietà e ospitalità in Brianza, si è spento a 93 anni Mario Zarpellon, residente a Besana in Brianza e per tanti anni messo comunale a Meda.

Addio a Mario Zarpellon, messo comunale ed esempio di accoglienza

Lo ricorda con affetto lo storico medese Felice Asnaghi, che ci ha affidato una lettera colma di gratitudine per tutto quello che quest’uomo, originario del Veneto, precisamente di Cassola, nel Vicentino, e giunto in Brianza negli anni Sessanta per trovare lavoro, ha fatto per gli altri.

«Innanzitutto un abbraccio alla moglie Gina, ai figli Paola, Luca e Francesco e a tutti quei bambini e ragazzi, quelle fanciulle e piccole donne che i coniugi Zarpellon hanno seguito divenendone di fatto padre e madre», esordisce Asnaghi, facendo riferimento ai tanti bimbi e adulti che accolsero nella loro casa di Meda, ma anche alle persone in difficoltà, un centinaio, che ospitarono tra il 1980 e il 1993 nella casa di Seveso, successivamente donata alla Fondazione Maddalena Grassi per l’assistenza ai malati di Aids.

"Era un puro di cuore"

«Come non ricordare Mario, quest’omone vestito con la divisa da messo comunale che girava casa per casa in quella Meda degli anni Settanta sempre accolto con gentilezza per quel suo stile mite e buono - aggiunge - Una parola giusta metteva fine alle liti che senza il suo intervento montavano fino ad esplodere. Che bellezza! Come non rileggere quel brano delle Beatitudini: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”».

L'avvicinamento a Comunione e Liberazione

Poi da Meda il trasferimento in una frazione di Grosseto dove vive una comunità di cattolici praticanti:

«Mario e la sua amata Gina cercavano Altro e così vendettero casa e andarono ad abitare a Nomadelfia, nella comunità di don Zeno Saltini dove “La fraternità è legge” - spiega Asnaghi - Dopo qualche tempo ritornarono a Meda e grazie all’incontro con Rino e Graziella Orsi tutta la famiglia Zarpellon si avvicinò al movimento di Comunione e Liberazione di Meda che a quel tempo era costituito da tantissimi giovani lavoratori e studenti. Nella fecondità di questa comunità prendeva ormai sempre più corpo il desiderio dei Zarpellon di condividere con altri il lavoro di accoglienza che da anni portavano avanti».

La nascita della casa di accoglienza a Seveso

Per fare questo serviva una casa famiglia e la proposta, che fu accolta da tutte le comunità di CL della Brianza, fu realizzata, anche grazie alla guida di un prete molto caro alla famiglia Zarpellon, don Fernando Tagliabue. Grazie ai risparmi di marito e moglie e ai tanti aiuti di moltissimi amici, il 31 maggio 1980 fu inaugurata la casa di accoglienza in località Meredo di Seveso, che fin dall’inizio fu abitata da venti persone e fino al 1993 accolse un centinaio di bimbi e adulti bisognosi. Poi, nel 1994, la donazione della struttura alla Fondazione Maddalena Grassi, dedita all’accoglienza e alla cura dei pazienti con Hiv.

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