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Addio all'ultimo partigiano di Lentate

Bruno Mottadelli si è spento a 97 anni: "Ha sempre tenuto fede ai suoi ideali".

Addio all'ultimo partigiano di Lentate
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Si è spento a 97 anni Bruno Mottadelli, l'ultimo partigiano di Lentate.

Addio a Bruno Mottadelli, ultimo partigiano di Lentate

Non voler festeggiare il 25 Aprile è come voler abolire il Natale. E’ una festa importante, da celebrare anche quando non ci saranno più partigiani, perché fa parte della storia dell’Italia.

Ce lo aveva detto nell’aprile 2019, quasi commuovendosi, quando a Lentate era scoppiata la polemica sull’annullamento della cerimonia per celebrare il 25 Aprile, anniversario della Liberazione dal nazifascismo, da parte del sindaco Laura Ferrari.

Con orgoglio mostrava i documenti della sua partecipazione alla Resistenza

Mostrandoci con orgoglio i documenti che attestano la sua partecipazione alla Resistenza e ripercorrendo gli episodi più significativi della sua esistenza, Bruno Mottadelli, ultimo partigiano lentatese, testimoniava un attaccamento ai valori democratici e una voglia di lottare per la libertà che nemmeno il passare degli anni aveva affievolito. Ed è questa la grande eredità che ha consegnato, la lezione che ha lasciato. Nell’ultimo periodo le sue condizioni di salute sono peggiorate e sabato 11 febbraio 2023 si è spento, a 97 anni.

Il partigiano è rimasto sempre fedele ai suoi ideali di libertà

Ma il suo spirito si è sempre mantenuto giovane, «anche se negli ultimi anni aveva perso un po’ di lucidità e in alcuni momenti, quando raccontava la sua storia, si confondeva su alcuni dettagli, su certi episodi», spiega la figlia Daniela, orgogliosa di aver avuto un papà così, un esempio di coerenza e di fedeltà ai propri ideali.

Naturalmente la paura di morire c’era, ma se credi in quello che stai facendo non puoi rinunciare», ci aveva detto con convinzione, sempre durante l’intervista del 2019.

Da Camnago al Lago Maggiore: la storia del partigiano

Nato il 20 novembre 1925, Mottadelli aveva 18 anni quando decise di non arruolarsi nella Repubblica di Salò e insieme all’amico coetaneo Pippo Frassati, che abitava nel suo stesso cortile a Camnago, partì dalla stazione ferroviaria della frazione per raggiungere il Lago Maggiore. Arrivato a Luino si trasferì a Cannero, sulla sponda piemontese, per poi salire a Piancavallo e unirsi al Corpo volontari della libertà, dove fu inquadrato nella divisione «Piave», brigata del generale Giuseppe Perotti.

Contribuì a fondare la Repubblica della Val D'Ossola

Attivo in Val Cannobina, nel 1944 partecipò a diverse azioni militari, come la cattura del presidio delle SS italiane a Oggebbio, la conquista di Cannobio, la difesa della Val Cannobina, la difesa, contro i rastrellamenti nazifascisti, dell’Ossola. Contribuì a fondare la Repubblica della Val D’Ossola, uno dei primi territori italiani liberati dalle brigate partigiane e con l’aiuto del parroco del paese di Gurro, della madre e della sorella di questi, diede un contributo decisivo a salvare decine di persone di religione ebraica in fuga da Torino, accompagnandole verso il confine svizzero.

Fu internato dalle autorità elvetiche e poi rilasciato

Nell’ottobre 1944 una controffensiva nazifascista costrinse le brigate partigiane ad arretrare, quindi Mottadelli andò oltre il confine svizzero, venne internato dalle autorità elvetiche e rilasciato il 30 maggio 1945. Tornato in Italia dopo la Liberazione, rientrò nella sua Camnago, continuando a tenere fede ai propri ideali di libertà e testimoniando con la propria esistenza i valori democratici, come ricordato anche dalla sezione lentatese dell’Anpi, a cui era iscritto.

Il ricordo dell'Anpi

L’associazione guidata dall'ex sindaco Riccardo Brunati ha dedicato un pensiero di stima e gratitudine all’ultimo partigiano vivente della comunità lentatese:

Ci ha insegnato a tenere viva la memoria di chi ha sacrificato la propria gioventù e addirittura la vita per un’Italia libera e democratica. Alla figlia Daniela e a tutta la famiglia va il nostro abbraccio fraterno in questo momento di dolore.

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