Addio Giacomo, angioletto di due anni: "Ci hai insegnato ad amare la vita"
Il piccolo Giacomo Chionchio era affetto dalla nascita da una rara malformazione al cervello.
Addio a Giacomo Chionchio, angioletto volato in Cielo a 23 mesi. Avrebbe compiuto due anni il 19 dicembre.
"Addio Giacomo, ci hai insegnato ad amare la vita"
«I medici giudicavano la sua malattia incompatibile con la vita. Lui ha dimostrato il contrario e ci ha insegnato ad amarla, a godere di ogni singolo giorno che ci viene regalato, perché nulla è scontato». Hanno gli occhi lucidi e a tratti la voce si rompe per la commozione, ma quando guardano la foto del loro piccolo sorridono, grati per l’immenso amore che ha donato nella sua breve esistenza. Indescrivibile il dolore provato da Sante Chionchio e Susanna Vismara, che venerdì hanno perso l’ultimo dei loro quattro figli, il piccolo Giacomo Chionchio, due anni il 19 dicembre.
Era affetto da una malformazione al cervello
Affetto da una rarissima malformazione al cervello diagnosticata solo alla 34esima settimana di gravidanza, contro ogni aspettativa si è aggrappato alla vita con tutte le sue forze, nonostante le moltissime difficoltà, ed è vissuto molto di più di quanto pronosticato. «Quando, il 12 novembre 2019, ci hanno detto che Giacomo era affetto da oloprosencefalia, ovvero che il cervello non si era ben diviso nei due emisferi, ci è cascato il mondo addosso, non ce lo aspettavamo anche perché dalle precedenti ecografie e dagli esami non era mai emerso nulla - spiega mamma Susanna - Come se non bastasse aveva anche una massa che premeva sul centro del respiro, nella parte posteriore dell’encefalo, per cui i dottori erano molto pessimisti. Con molta probabilità sarebbe nato morto o al massimo sarebbe vissuto per tre mesi».
Ha tenuto duro nonostante le difficoltà
Ma contro tutto quello che era stato prospettato, «Giacomo quando è nato respirava ed era bellissimo», dice Susanna con un’infinita dolcezza. E nonostante le tantissime difficoltà di ogni giorno, tra sondini da cambiare, terapie e visite, il piccolo ha tenuto duro, dimostrando un disarmante attaccamento alla vita. «Giacomo aveva molti problemi, era cieco, per cui non ha mai visto nessuno, non cresceva, non ha mai parlato. Era come un bambolotto, un angioletto dolcissimo. Quando lo avevi vicino avvertivi l’energia che sprigionava, capivi che aveva qualcosa di speciale». Ed era supercoccolato dai fratelli maggiori, Nicolò, 8 anni, Filippo, 6, e Aurora, 4, «che ora avvertono moltissimo la sua mancanza. Io e Sante ci stiamo facendo tanta forza anche per loro, perché anche loro sono un dono. E speriamo che siano in grado di cogliere il bene che Giacomo ha dato e la sua lezione di vita».
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