La testimonianza

Afghanistan, "E’ stato straziante dover scegliere chi salvare"

Parla il desiano Stefano Sala coinvolto nel soccorso delle persone a Kabul con l’associazione onlus Zenzero.

Afghanistan, "E’ stato straziante dover scegliere chi salvare"
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Il desiano Stefano Sala racconta della situazione vissuta in Afghanistan. "E’ stato straziante dover scegliere chi salvare. Ci siamo trovati a gestire una situazione drammatica, da Kabul continuano a chiamarci in tanti per dirci quanto sono terrorizzati, ma ora è impossibile restare lì".

Afghanistan, "E’ stato straziante dover scegliere chi salvare"

«La situazione che mi sono ritrovato a gestire a Kabul, in Afghanistan, in pochi giorni sembra quella di un film, per quanto drammatica». A parlare è il 44enne desiano Stefano Sala, che è vicepresidente dell’Associazione Zenzero a Milano, con sede legale a Torino, e ha coordinato l’evacuazione di sette nuclei famigliari che avrebbero rischiato la vita restando in Afghanistan.
È un’associazione onlus nata in Svizzera sette anni fa, composta da tre membri: Virna Buda la project manager, la presidente Jane Lepori e lo stesso Sala, che si occupa di «Women empowerment», ovvero il processo di emancipazione delle donne in varie parti del mondo.
Sono nati per creare e sostenere progetti mirati in Africa, come un centro di raccolta e riciclo della plastica o corsi agricoli per le donne.

Il progetto nato a maggio a Kabul

Da poco tempo avevano deciso di spostarsi anche in Medio Oriente, in particolare in Afghanistan e proprio a Kabul avevano deciso a maggio di far partire un progetto.

"Avevamo visto quanto fosse importante lavorare in quel territorio per le donne - ha detto - Ora però la nostra priorità è stata quella di salvare le collaboratrici che ci hanno dato una mano in questo periodo e siamo già riusciti a portarne in salvo cinquanta. Abbiamo cercato il più possibile di mantenere unite le famiglie per non aggiungere un dramma al dramma nel lasciare la patria".
Non sono stati giorni facili da gestire, dal 13 agosto Stefano Sala è stato impegnato ventiquattro ore su ventiquattro per mettere in salvo quelle persone.

"Giovedì è stato terribile sentire dell’attentato all’aeroporto proprio quando un aereo, il C130, stava decollando con a bordo le ultime diciotto persone che avevamo potuto inserire nella lista. Dopo l’attentato non potevamo più comunicare con loro e non sapevamo cosa sarebbe successo. Per fortuna poi sono partiti e dopo lo scalo tecnico in Pakistan e Kuwait sono arrivati a Linate"».
L’associazione Zenzero fa parte anche dei corrispondenti diplomatici, un prezioso titolo per poter coordinare gli spostamenti degli afghani e mantenere i contatti con la Farnesina, l’esercito e le istituzioni.
«Ora c’è un’emergenza che va affrontata, ma dobbiamo imparare a gestire queste persone nel lungo tempo. Se non vengono inseriti nella società restano, purtroppo, una piaga sociale. Vogliamo dare una possibilità formativa alle donne e ai bambini, ma anche ai maggiorenni. Abbiamo per questo avviato una raccolta fondi».

Le prossime sfide dell'associazione

Una prossima grande sfida dell’associazione sarà quella di trovare aziende che vogliano mettersi in gioco per formare queste persone a svolgere un lavoro o un’attività.
Il loro obiettivo è quello di creare delle reti per ragionare del futuro di queste persone che, con lo status di rifugiato politico, dovranno rimanere per cinque anni sul territorio italiano. «Non sappiamo ancora quanti afghani verranno a Desio, però se ci sarà un’integrazione tanto positiva quanto quello della comunità pakistana, sarebbe un gran successo».
Nessuno si aspettava così rapidamente l’escalation di violenza che c’è stata e la ripresa di Kabul da parte dei talebani.

"La gente era spaventata quando ha saputo che gli americani si sarebbero ritirati e non sono stati creati i corridoi umanitari fino al 14 agosto. Fare delle liste è stato davvero straziante. Ci sono tante persone che a tutt’oggi ci chiamano per dirci quanto sono terrorizzate. Purtroppo adesso è impossibile restare là e operare".

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