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Aicurzio in festa per don Gino: "Fin da piccolo sognavo di fare il prete"

Domenica scorsa grande festa per l’ingresso del 77enne don Gino Mariani proveniente da Canegrate

Aicurzio in festa per don Gino: "Fin da piccolo sognavo di fare il prete"
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Festa doppia per la parrocchia Sant’Andrea di Aicurzio che dopo 15 anni accoglie un nuovo sacerdote (l’ultimo fu don Renato Aldeghi che lasciò Aicurzio nel 2008). Domenica scorsa don Virginio Mariani, conosciuto da tutti come don Gino, ha fatto il suo ingresso ufficiale in paese, anche se già da qualche settimana soggiorna nell’appartamento sistemato recentemente che si trova sopra la scuola dell’infanzia parrocchiale, in quella che era la casa delle suore. Celebrazione eucaristica concelebrata insieme al parroco, a don Paolo Cesarini e al diacono Alberto Meneghello.

Originario di Concorezzo

Per il 77enne sacerdote, originario di Concorezzo, si tratta di un ritorno in Brianza dopo ben 17 anni trascorsi a Canegrate come parroco. Coadiuverà il parroco don Stefano Strada all’interno della comunità pastorale Regina degli Apostoli che comprende le parrocchie di Bernareggio, Sulbiate, Villanova e Aicurzio.
Don Gino venne ordinato sacerdote il 28 giugno 1969, a soli 23 anni. La sua prima esperienza pastorale fu in quel di Brivio come vicario parrocchiale, poi a Saronno dal 1988 al 1995, successivamente 10 anni a Figino Serenza, vicino a Cantù, dove ha ricoperto il ruolo di Decano. Ed infine a Canegrate, dal settembre 2005 fino ad oggi.

"Che bella la mia infanzia a Concorezzo"

"La mia vocazione è nata fin da quando ero piccolo, ma non c’è stato un episodio che ricordo in maniera nitida, diciamo che è stato un desiderio che sentivo dentro di me che cresceva giorno dopo giorno - ha sottolineato il sacerdote in esclusiva a Prima Monza e al Giornale di Vimercate - Da bambino vivevo in un grande cascinale, a Concorezzo: c’era un cortiletto, una stalla, gli animali, le mucche, il cavallo e poi, poco a poco, i mezzi meccanici che venivano introdotti in agricoltura. La mia era una famiglia semplice, umile. Da piccolo ero contento di essere amato, perché ho avuto la fortuna di crescere in una bella famiglia, senza grandi manifestazioni esteriori, ma ci volevamo un gran bene: ne ho un ricordo strepitoso! Anche perché nel cascinale dove vivevamo c’erano gli amici: una cosa meravigliosa poter giocare con loro a tutti i giochi che inventavamo, oppure poter andare in giro nei vari cascinott, i cascinali dove si mettevano gli strumenti di lavoro".

Una vocazione nata nella semplicità

Una vocazione nata con semplicità, in una comunità cristiana, come quella concorezzese, che nel corso dei decenni ha visto crescere moltissime vocazioni al sacerdozio. "La decisione di dedicarmi al sacerdozio è avvenuta sui 18 – 20 anni, dopo il Ginnasio e il Liceo Classico, fatti a Seveso: ero a Saronno per un anno propedeutico di Spiritualità, un anno caratterizzato da una forte riflessione umana e spirituale per prendere una decisione - ha continuato il sacerdote - Non c’è stata nessuna luce folgorante improvvisa, come qualcuno potrebbe immaginare, ma la decisione è maturata negli anni: crescendo ci sono sensazioni, desideri e aspirazioni, ma anche riflessioni e domande personali, come ad esempio, se vado bene, se sono “a posto” sia dal punto di vista umano, che vocazionale".

L'intervista completa al sacerdote la potrete leggere sul Giornale di Vimercate in edicola a partire da martedì 25 ottobre 2022

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