Al presidio sanitario di Meda garze e cerotti... li devono portare i pazienti
Incredibile richiesta al Presst di via Indipendenza, l'Ats annuncia controlli.
Pochi fondi, e così, per fare fronte ai costi, al presidio sanitario di Meda i pazienti sono invitati a portare garze e cerotti da casa. Succede da inizio mese al Presst, il Presidio socio-sanitario territoriale di via Indipendenza.
Al presidio sanitario avvisi esposti dall'inizio del mese
Un anonimo foglio esposto in più punti della sala d’attesa annuncia: «Dal 1° luglio, per le prestazioni infermieristiche elencate di seguito viene chiesto un contributo economico: 3 euro per le iniezioni intramuscolari e sottocutanee, 20 per il lavaggio auricolare con rimozione del cerume. Per tutte le altre prestazioni infermieristiche (medicazioni, rimozione punti, cateterismi vescicali, bendaggi...) nulla è dovuto in termini economici, anche se è gradito un contributo in materiale sanitario (cerotti, creme, garze)». Quindi la specifica: «Per i pazienti non assistiti dai medici di questo studio, le prestazioni sono in libera professione ed i costi vanno concordati con l'infermiere». Tra chi ha sgranato incredulo gli occhi e chi ha storto il naso, alla lettura dell’avviso, c’è anche chi ha protestato: «E’ come se un barista dicesse a un cliente: “Il caffè te lo faccio, ma portati da casa cucchiaino e zucchero», la battuta che sta diventando virale.
L'Ats Brianza annuncia controlli
L’Ats Brianza, ricevuta e verificata la segnalazione, annuncia possibili provvedimenti. «Viste le sollecitazioni ricevute attraverso “Il Giornale di Seregno”, che ringraziamo - così dagli uffici dell’agenzia di tutela della salute - valuteremo come modificare nel migliore dei modi quell’avviso». Il Presst di Meda era stato inaugurato un anno fa in virtù di un accordo sottoscritto, nella sede della nuova farmacia comunale di Meda, dall’Ats della Brianza, dai medici di medicina generale del territorio che si sono costituiti in gruppo, e dal Comune. Era stato presentato come un fiore all'occhiello: «Il modello predisposto sintetizza la realizzazione più completa di quel percorso di presa in carico dei pazienti cronici che è obiettivo principale della nostra riforma socio sanitaria, e che ci auguriamo possa essere replicato in tutta la Lombardia», annunciava soddisfatto l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. Ma i fondi, a distanza di poco più di un anno da quell’annuncio, scarseggiano. E i pazienti devono portarsi garze e cerotti da casa.