Desio

Anziana morta per aver bevuto sapone liquido, a processo i due figli

L'accusa è di “abbandono di persone incapaci”. Il processo si è aperto a Monza per la figlia e proseguirà a marzo, mentre il fratello ha scelto l'abbreviato.

Anziana morta per aver bevuto sapone liquido, a processo i due figli
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A Desio, anziana morta per aver bevuto sapone liquido, a processo i figli. Il fatto risale al 2022, ed era stata la domestica a  chiamare i soccorsi.

Anziana morta, devono rispondere i figli

A trovarla, dolorante a letto che chiedeva dell’acqua, fu la colf. Poi la chiamata al Pronto soccorso e ai soccorsi, che si erano rivelati purtroppo inutili: la donna – 80 anni, colpita da demenza senile e morbo di Alzheimer – aveva ingerito sapone liquido la sera precedente. Era successo in un momento in cui in casa, in quel momento, non c’era nessuno che si prendesse cura di lei, e per questo motivo, oggi devono rispondere dell’accusa di “abbandono di persone incapaci” i due figli dell’anziana deceduta nella sua casa di Desio, l’8 febbraio 2022. Il figlio maschio verrà giudicato con il rito abbreviato a maggio, mentre per la sorella, 57enne residente in provincia di Trento, si è aperto il processo davanti alla Corte d’Assise di Monza.

L'accusa: "I figli avrebbero mancato negli obblighi verso la madre"

Secondo l’accusa, all’ottantenne non è stata garantita assistenza “continuativa e ininterrotta”, giudicata necessaria per via della sua situazione di assoluta incapacità, dovuta a un decadimento cognitivo conclamato. I due figli, dunque, avrebbero mancato negli obblighi verso la madre, assumendo, per esempio, una badante che si prendesse cura a tempo pieno della donna. Secondo quanto infatti ricostruito dalla pubblica accusa, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Francesca Gentilini, l’unica assistenza era garantita da una colf che ogni giorno prestava servizio per garantire almeno l’igiene dell’anziana. In casa con quest’ultima, dunque, c’era solo il marito, anch’egli però ormai ampiamente compromesso da decadenza senile.

Strade processuali diverse per i fratelli

Inizialmente il fascicolo era stato rubricato con l’accusa di morte in conseguenza di altro reato, e oggetto di rinvio a giudizio davanti al giudice monocratico. Anche questo reato, peraltro, è di competenza della Corte d’Assise come quello di abbandono di persone incapaci con cui è stato rubricato nel processo cominciato venerdì scorso nell’aula di Palazzo di giustizia di piazza Garibaldi, a Monza, davanti alla Corte presieduta dalla giudice Stefania Donadeo. I due fratelli, secondo quanto emerso in aula, hanno scelto strade processuale diverse. Il fratello dell’imputata, infatti, affronterà il processo in abbreviato a primavera. L’udienza di venerdì, dopo l’apertura del dibattimento e l'ammissione della lista testi, è stata rinviata al prossimo mese di marzo, quando potrebbe già arrivare a conclusioni. Il reato di abbandono di persone incapaci o minori punisce l’autore con la reclusione da tre a otto anni se dal fatto deriva la morte, con pene aumentate se commesso dal genitore, dal coniuge o (come in questo caso) dal figlio.

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