Arengario "vietato" ai disabili: Comune di Monza alla sbarra
Parla il presidente dell'associazione Ledha che tutela i diritti delle persone diversamente abili e che ha respinto la proposta di risarcimento.

Arengario "vietato" ai disabili: il giudice ha deciso che il Comune di Monza dovrà subire un processo. La spinosa vicenda della causa giudiziaria legata all’accessibilità dell’Arengario si arricchisce di un altro tassello: il giudice ha deciso che Comune e associazione Ledha andranno a processo l’un contro l’altro.
Niente risarcimento "riparatorio"
Niente risarcimento "riparatorio" quindi, come avrebbe voluto la Giunta in carica: l’associazione che tutela i diritti dei diversamente abili ha rifiutato l’assegno da tremila euro che il Palazzo aveva proposto. All’ultima udienza, tenutasi martedì 1 marzo, gli avvocati delle due parti si sono beccati un po’ prima che il Tribunale prendesse la sua decisione: niente accordi preliminari, si va a processo.
Parla il presidente Fumagalli
Questo il commento del presidente di Ledha Giorgio Fumagalli: "Il Comune di Monza ha sbagliato a capire. Pensavano di darci tremila euro come dire: vai cagnaccio, vai a mordere il tuo osso. Ma a noi dei soldi non interessa niente. Noi vogliamo che sia risolta una questione di principio e che il Comune ammetta di aver discriminato le persone disabili. Non sono disposti ad ufficializzare queste scuse? E allora andiamo avanti, deciderà poi il giudice chi ha ragione. E dire che l’avevamo proposto molte volte: troviamo una sistemazione diversa per gli eventi culturali, un posto accessibile anche a chi è disabile. Invece niente. Adesso questa è la situazione".
Questa dunque la notizia del Comune di Monza che dovrà subire un processo sulla delicata vicenda dell'Arengario "vietato" ai disabili.
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