Polizia di Stato

Arresti e perquisizioni all'alba: sgominata banda di spacciatori

Otto misure cautelari, di cui 7 in carcere. Coinvolto anche un 20enne monzese

Arresti e perquisizioni all'alba: sgominata banda di spacciatori
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Arresti e perquisizioni all'alba: sgominata banda di spacciatori. Coinvolto anche un 20enne monzese.

Arresti e perquisizioni all'alba

La Polizia di Stato, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Monza, sta eseguendo dalle 4 di oggi, venerdì 6 ottobre 2023, una vasta operazione antidroga, con arresti e perquisizioni nei confronti dei componenti di una banda di spacciatori composta da cittadini italiani e marocchini che, attraverso un sistema di “meet up “ creato su alcuni canali social e l’utilizzo di nickname, aveva creato un canale di vendita di sostanze stupefacenti, dalla cocaina, all'hashish, alla marijuana.

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Oltre 50 gli agenti impegnati

Oltre 50 gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile della Questura di Monza, con gli equipaggi dei reparti Prevenzione crimine di Milano e di unità cinofile antidroga della Polizia, che stanno eseguendo 8 misure cautelari di cui 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 1 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Provvedimenti disposti dal gip del Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Monza, oltre a perquisizioni e sequestri.

L'indagine "Cooper"

L’indagine della Squadra Mobile della Questura di Monza, denominata “Cooper” dal modello di auto preferita dagli spacciatori, è stata avviata nel maggio 2022, quando si è venuti a conoscenza di un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti tra Monza e Milano. Un'attività costruita  attraverso un social sul quale si pubblicizzava la vendita di stupefacenti attraverso i “meet up”, brevi incontri tra venditore ed acquirente concordati attraverso canali social o di messaggistica istantanea.

Canali di messaggistica istantanea

Una modalità di vendita e acquisto che consentiva, nell’anonimato, la cessione di sostanze stupefacenti di diverso tipo a soggetti che, collegandosi a gruppi creati su alcuni canali social che rimandavano a specifici link, ordinavano la sostanza stupefacente che veniva loro ceduta direttamente all’incontro.

Postavano le foto della droga

Gli investigatori,  monitorando un primo profilo, sono risaliti a un primo canale aperto, in cui si pubblicizzava la vendita di sostanze con tanto di fotografie. Analizzando le centinaia di fotografie postate della droga in vendita, si è riusciti a risalire ad alcuni particolari personali dell’amministratore del gruppo, che poi hanno permesso la sua completa identificazione in un cittadino italiano di 20 anni, residente a Monza. Si sono poi individuati ulteriori due canali social dello stesso tipo, con migliaia di iscritti, tutti gestiti dal medesimo cittadino italiano.

Truffava pure i clienti

L’attività di indagine ha consentito di scoprire anche che il cittadino italiano, in alcuni casi con la complicità di amici fidati, tuttavia truffava i potenziali clienti che, ignari, inviavano denaro tramite bonifici bancari su conti correnti, anche esteri, per i servizi richiesti e pubblicizzati senza che mai ricevessero la “prestazione acquistata”.

Sessantamila euro in pochi mesi

Si è arrivati a quantificare il guadagno di queste “truffe” in circa 60.000 euro in soli sei mesi, cui si aggiungono gli oltre 100 mila euro di guadagno provenienti dalla droga che il cittadino italiano, conversando con la sua fidanzata, si era posto come obiettivo a breve termine.

Il "giro" in tutta la Brianza

Attraverso le attività d’intercettazione si è risaliti anche ai fornitori del cittadino italiano, un gruppo di cittadini marocchini a loro volta anche spacciatori al dettaglio di cocaina ed hashish che a Monza rifornivano il “giro” del cittadino italiano ed erano attivi nello spaccio anche nei comuni di Lissone, Desio, Seregno, Triuggio, Albiate e Carate Brianza, fino alla città di Milano.

La banda in Mini

Il gruppo criminale poteva contare sulla disponibilità di numerose autovetture a loro non riconducibili, tra le quali due Mini Cooper, dalle quali prende il nome l’indagine. Nel corso delle indagini sono state ricostruite e documentate circa 2000 cessioni di stupefacenti tipo cocaina, hashish e marjuana per un volume d’affari illecito pari ad oltre mezzo milione di euro.

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