Azzannata mentre difende la sua cagnolina cieca, 16enne finisce in ospedale

La madre della studentessa monzese: "Il padrone non ci ha nemmeno chiesto scusa"

Azzannata mentre difende la sua cagnolina cieca, 16enne finisce in ospedale

Azzannata mentre difende la sua cagnolina cieca, 16enne finisce in ospedale

Quando ha visto i due pastori maremmani correre verso la sua cagnolina cieca (nell’immagine in apertura), non ha esitato. Si è messa in mezzo per difenderla e il risultato è stato che lei – una studentessa di 16 anni – è finita in ospedale per i morsi inflitti dai due cani.

L’aggressione dei due Pastori maremmani

L’episodio si è verificato nel pomeriggio di lunedì della scorsa settimana. La ragazza si trovava in un maneggio quando improvvisamente ha visto i due pastori maremmani, che il padrone tiene rinchiusi, uscire dalla loro gabbia e precipitarsi abbaiando e ringhiando verso la sua cagnolina.

«Ho capito subito che avevano intenzione di aggredirla – ha raccontato ancora scossa la 16enne – Così mi sono messa tra loro per proteggerla, solo che i due cani mi hanno morsicato alla caviglia e al polso. Mi sono spaventata al punto di svenire».

La 16enne viene portata in ospedale

La giovane è stata subito accompagnata in ospedale dove le hanno consigliato di fare il vaccino contro la rabbia (prassi vorrebbe che in questi casi venisse fatta anche l’antitetanica, ma essendo sotto i 17 anni, risulta ancora coperta).

«Dopo avermi medicata e dopo avermi fatto tutti gli esami del caso, mi hanno lasciato andare a casa con una settimana di prognosi – ha proseguito a raccontare – Adesso sto bene, ma lo spavento è stato fortissimo. Anche se devo ammettere che ero molto più preoccupata per la mia povera cagnolina piuttosto che per me».

Parla la madre: “Il padrone non ha nemmeno chiesto scusa”

Amareggiata per quanto capitato è la madre della ragazza che ha annunciato l’intenzione di querelare il padrone dei due pastori maremmani. «Inizialmente non avrei voluto arrivare a tanto – ha affermato la donna – Ma non ha mostrato il minimo dispiacere circa l’accaduto. Non solo non si è interessato di sapere come stesse mia figlia, ma non ha voluto nemmeno chiedere scusa. E’ stato un comportamento decisamente scorretto, per questo ci rivarremo a livello legale. Gli chiederò una cifra simbolica, almeno da risarcire la camicetta che i suoi cani, che tra l’altro tiene sempre rinchiusi in gabbia, hanno rotto a mia figlia».