Alta tensione

"Bella Ciao" spacca la festa del 25 Aprile a Mezzago

Il sindaco Massimiliano Rivabeni è stato protagonista di un acceso diverbio con alcuni cittadini che stavano per intonare la canzone dei partigiani, ma lui chiarisce: "Nessuna provocazione, solo un fraintendimento"

"Bella Ciao" spacca la festa del 25 Aprile a Mezzago
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"Bella Ciao" spacca la festa del 25 Aprile a Mezzago. Alta tensione questa mattina al Monumento dei Caduti, dove il sindaco Massimiliano Rivabeni è stato protagonista di un acceso diverbio con alcuni cittadini al termine della cerimonia dedicata alla giornata della Liberazione.

"Bella Ciao" spacca la festa del 25 Aprile a Mezzago

La cerimonia, il discorso e infine quel "Bella Ciao" spontaneo intonato da alcuni cittadini. Tanto è bastato per scatenare la polemica a Mezzago, in occasione delle celebrazioni dei 25 Aprile. Al termine dell'intervento del sindaco Massimiliano Rivabeni, infatti, la banda della scuola avrebbe dovuto intonare la celebre canzone dei partigiani: complice però la pandemia che ha scombussolato i piani della didattica in presenza, i ragazzi non sono riuscito a prepararsi per tempo. Quindi sono stati alcuni dei presenti (tra cui consiglieri e simpatizzanti di Mezzago Democrarica) a intonare "Bella Ciao". A quel punto il primo cittadino ha raggiunto il "coro" e ha iniziato a cantare con loro. Qualcuno però ha preso quel gesto per una provocazione, facendo volare qualche parola di troppo che ha rischiato di far degenerare la situazione.

L'inno della discordia

Prima che "Bella Ciao" volgesse al termine, però, il maestro della banda, a causa forse di una incomprensione, ha fatto partire l'inno di Mameli sovrastando il coro spontaneo. Il sindaco ha provato a fermare la musica, ma i suoi gesti sono stati male interpretati dai presenti, che invece hanno pensato di essere stati messi a tacere. Come ha spiegato Giorgio Monti, capogruppo di Mezzago Democratica:

"Non c'era nessuna intenzione di offendere il sindaco, ma secondo noi non esiste 25 Aprile senza Bella Ciao. Ovviamente non è colpa dei ragazzi, ma Rivabeni poteva risparmiarsi quel gesto palesemente provocatorio di unirsi al coro. Aver obbligato poi la banda a suonare l'inno per coprire il canto è stato un comportamento divisivo che in alcun modo si intona con la Giornata che stavamo celebrando"

La replica del sindaco

Il primo cittadino, al termine della turbolenta cerimonia, ha rispedito le accuse al mittente chiarendo la propria posizione:

"Assolutamente la mia non voleva essere una provocazione, anzi, voleva essere un gesto distensivo e di condivisione del momento che stavamo vivendo come comunità. Invece sono stato insultato. Non ho chiesto di far partire l'inno per coprire Bella Ciao, c'è stata purtroppo una incomprensione con il maestro: spiace però constatare che sia stato volutamente frainteso dai membri di Mezzago Democratica, che non perdono occasione di strumentalizzare i bambini per i propri fini politici"

 

 

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