Dopo le polemiche a Lissone

Bene confiscato alla criminalità: il plauso di Libera contro le mafie

Il referente brianzolo: "Segnale forte contro il malaffare. Qui nel nostro territorio e in Brianza le associazioni a delinquere fanno i loro affari"

Bene confiscato alla criminalità: il plauso di Libera contro le mafie
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La prima assegnazione di un bene confiscato alla criminalità, e riassegnato a scopi sociali, a Lissone è stata accolta quasi con diffidenza in città.

Bene confiscato: il plauso di Libera contro le mafie

Ma dell’importanza di questa iniziativa - la prima nella Capitale del Mobile - è voluto intervenire anche il coordinamento di Libera, l’associazione impegnata nella lotta contro tutte le mafie.

Quelle come quella di Lissone sono azioni quanto mai necessarie per dare un segnale forte a tutta la cittadinanza e soprattutto ai più giovani che hanno bisogno di esempi concreti di legalità e di impegno civile. Questo tipo di iniziative sono un segnale forte alla criminalità organizzata che, nonostante quanto ancora troppo spesso si sente dire in giro, nel nostro territorio e in Brianza è ben radicata e proprio qui fa i suoi affari.

Questo è stato il commento a caldo di Valerio D'Ippolito, referente del coordinamento brianzolo di Libera.

"Sono azioni importanti"

Una posizione, quella di D’Ippolito, di plauso nei confronti di quelle Amministrazioni che decidono di accettare le assegnazioni di beni (che possono essere immobili, attività commerciali o anche terreni agricoli) confiscati definitivamente a seguito della conclusione dei procedimenti penali.

Chi non capisce l’importanza di queste azioni, implicitamente nega la presenza della mafia e della criminalità organizzata. La Brianza, in tutta la Lombardia, è la zona con la più alta presenza di criminalità organizzata. E lo dimostrano le assegnazioni, numerosissime, ai Comuni della nostra Provincia. Per dare un duro colpo alle mafie, ben vengano queste iniziative.

Ha concluso il coordinatore D'Ippolito.

Come funzionano le confische?

In prima cosa bisogna attendere la conclusione dei processi che spesso sono lunghi e possono durare anche anni.

Solo al termine del procedimento giudiziario, infatti, si arriva alla confisca definitiva al 100% che è il passaggio necessario per la destinazione finale del bene che può essere sia un immobile, ma anche una azienda o una attività economica.

Il vero nodo, dopo la destinazione dei beni agli enti locali (o alle Forze dell’ordine come nel caso classico di appartamenti o alloggi per Carabinieri o Forze di Polizia) è come riutilizzare immobili, attività economiche o aree agricole.

Un esempio, lontano chilometri dalla Brianza, può essere quello delle cooperative Libera Terra che in alcune Regioni del Sud Italia hanno dato luce a vere e proprie attività economiche e aziende agricole che producono generi enogastronomici proprio nelle terre sottratte alla mafia, alla ‘ndrangheta e alla sacra corona unita pugliese.

A Lissone il capannone di via Solferino sarà invece destinato all’alloggio di famiglie in difficoltà economica per fronteggiare l’emergenza abitativa.

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