Bimbi social vietato postare foto se un genitore non vuole

Ormai è una mania. Come resistere alla tentazione di pubblicare la sua foto mentre ride o gioca su Facebook? Ce lo dice il Tribunale

Bimbi social vietato postare foto se un genitore non vuole
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Bimbi social vietato postare foto se un genitore non vuole. Ormai è una mania. Come resistere alla tentazione di pubblicare la sua foto mentre ride o gioca su Facebook, Instagram e Twitter? Ce lo dice il Tribunale.

Bimbi social, vietato postare foto

A stabilirlo è una sentenza emessa dal giudice Mauro Bernardi del Tribunale di Mantova che ha pensato di dare un netto giro di vite alla pubblicazione di foto di minori sui profili social di genitori, parenti e amici. Il caso è scoppiato dopo la richiesta di un padre di rivedere l’affidamento dei figli, di tre anni e mezzo e un anno e mezzo, affidati dall’ex moglie.

Sì, ma solo se mamma e papà sono d’accordo

Il padre, dopo aver visto le foto dei figli pubblicate online, non essendo d’accordo ha chiesto all’ex moglie di rimuoverle, ma lei non ha voluto saperne e anzi ha continuato imperterrita a “postare”. A quel punto l’uomo si è rivolto a un giudice che alla fine gli ha dato ragione. Vietato pubblicare le foto dei figli minori sul web senza il consenso di entrambi i genitori.

La motivazione

"L’inserimento di foto di minori sui social network costituisce comportamento potenzialmente pregiudizievole per essi – scrive il giudice – in quanto ciò determina la diffusione delle immagini fra un numero indeterminato di persone, conosciute e non, le quali possono essere malintenzionate e avvicinarsi ai bambini" non potendo, inoltre, trascurare il pericolo che qualcuno "con procedimenti di fotomontaggio", ne tragga "materiale pedopornografico da far circolare tra gli interessati".

Social sì social no: parla Paolo Piffer

Social sì o social no? Ma il vero problema è: qualcuno ha mai chiesto ai bambini se vogliono o no far parte di questo mondo?

"E' una domanda delicatissima - ci spiega Paolo Piffer, consigliere comunale a Monza. "Il tema va affrontato con estrema serietà e cautela perchè la straordinarietà della condivisione non può ingorare i rischi che si corrono. Specie quando si tratta di minori".

 

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