Presa di posizione

Brianza Pride, gli organizzatori fanno chiarezza sulla “Via Frocis”

Brianza Oltre l'Arcobaleno ha diramato una nota stampa per fare chiarezza sul polverone che si è alzato a seguito della decisione di accostare la denominazione "Via Frocis" al corteo che attraverserà Arcore domani, sabato 27 settembre

Brianza Pride, gli organizzatori fanno chiarezza sulla “Via Frocis”

“Nessun simbolo religioso, ma la denuncia del dolore e delle violenze che la comunità arcobaleno subisce”. Dopo giorni di polemiche per via dell’annuncio degli organizzatori del Brianza Pride di voler dar vita, durante la manifestazione che si terrà sabato 27 settembre ad Arcore, alla Via Frocis, Brianza Oltre l’Arcobaleno, oggi, venerdì 26 settembre, ha diramato una nota stampa con la quale ha voluto fare chiarezza sulla loro iniziativa.

“Non utilizzeremo alcun simbolo religioso”

“In merito ad alcune strumentalizzazioni apparse in questi giorni (in questo passaggio, però, il comunicato stampa di Boa non cita chi avrebbe stumentalizzato, ndr), ci teniamo a chiarire che il Brianza Pride ad Arcore non utilizzerà in alcun modo simboli religiosi – hanno sottolineato gli organizzatori – Questa ipotesi non è mai stata pensata né presa in considerazione. I riferimenti espressi in conferenza stampa riguardavano esclusivamente il dolore della privazione dei diritti che le persone LGBTQIA+ continuano a subire quotidianamente”.

Il chiarimento anche sulle “Stazioni”

“Le stazioni sono semplicemente i punti in cui il corteo si fermerà per ascoltare gli attivisti delle varie associazioni che compongono Rete Brianza Pride – prosegue il comunicato di Boa –  Il motto del Pride di quest’anno è “Di Sana e Robusta Costituzione” e noi ci avvaliamo del diritto, sancito da essa, di esprimerci liberamente rivendicando che le nostre parole non vengano distorte. Infatti, il parallelismo con la sofferenza della Via Crucis nasce dal dolore di chi, spesso, perde la vita. I nostri giornali sono pieni di casi di cronaca di persone queer bullizzate, malmenate, alcune a tal punto da voler porre fine alla propria esistenza. Le nostre parole sono state strumentalizzate sul piano mediatico, mentre non abbiamo visto indignazione davanti a drammi reali e concreti, come quello di Paolo, il ragazzo di 14 anni della provincia di Latina, che non ha retto al bullismo e ha scelto di togliersi la vita pur di non tornare a scuola.
Nessuna indignazione neppure per la tragica storia di Chloe Bianco, insegnante che decise di farla finita dopo anni di bullismo da parte dei genitori dei suoi alunni”.

“Una allegoria paragonare la sofferenza della comunità arcobaleno con quella vissuta da Cristo”

In un passaggio del comunicato stampa gli organizzatori, però, hanno comunque puntualizzato e polemizzato contro le parole del cardinale Muller che qualche settimana fa aveva dichiarato che
“la linea della dottrina della Chiesa è molto chiara: gli atti omosessuali sono un peccato mortale. Dobbiamo correggere il malinteso che la Chiesa avesse quasi accettato questo comportamento come qualcosa da benedire e su cui invocare la Benedizione di Dio”, ha aggiunto, parlando del documento della Dottrina della Fede “Fiducia Supplicans”.

“Se dovesse essere considerato blasfemo denunciare la violenza fisica, gli omicidi che colpiscono in particolare le donne trans, o non potersi autodefinire poveri cristi — espressione che appartiene al gergo comune da millenni — e non accettare un’allegoria come quella che abbiamo fatto, ossia paragonare la sofferenza della comunità arcobaleno con quella vissuta da Cristo, ci chiediamo allora se queste stesse persone non rifiutino anche altre allegorie della vita di Cristo comunemente utilizzate – prosegue il comunicato di Boa –  La nostra comunità, anche quella cattolica, è rimasta profondamente colpita dalla ferocia delle parole del Cardinal Müller. Se ogni parola crea provocazione, è perché ci stiamo riappropriando del lessico che ci viene quotidianamente scagliato contro. Riappropriarsi di termini che non scegliamo, ma che ci vengono imposti come insulti, è un atto politico. In questo chiediamo ascolto ed empatia da parte di tutte e tutti”.