Cade per una buca e fa causa al Comune per 90mila euro
La donna, oggi 69enne, vittima di un brutto infortunio nel 2013 ha citato in giudizio l'Amministrazione comunale di Carate Brianza.

Era inciampata in una buca ed era caduta procurandosi ferite e fratture: ora ha fatto causa al Comune di Carate Brianza chiedendo oltre 90 mila euro di risarcimento danni.
Prima udienza a Monza il 14 febbraio
E’ fissata per il prossimo 14 febbraio in Tribunale a Monza la prima udienza della causa che una caratese ha intentato nei confronti dell’Amministrazione comunale in seguito a un incidente che, suo malgrado, l’aveva vista protagonista il 7 novembre 2013 mentre stava raggiungendo a piedi il plesso della elementare dell’allora scuola di via Dei Gaggioli.
La donna, oggi 69enne, era inciampata accidentalmente in una buca presente sulla sede stradale mentre percorreva via Pirandello. Dopo avere perso l’equilibrio, la donna era caduta rovinosamente a terra rimediando escoriazioni e, soprattutto, una brutta frattura che l’avevano costretta a ricorrere alle cure dell’ospedale e poi a un lungo periodo di riabilitazione.
L’atto di citazione è stato notificato al Comune a inizio ottobre e la scorsa settimana la Giunta ha deliberato all’unanimità di autorizzare il sindaco Luca Veggian a resistere in giudizio e di nominare come difensore l’avvocato Antonio Spadetta, il legale incaricato dalla compagnia assicuratrice con la quale nel 2013 l’ente pubblico - allora amministrato dalla maggioranza di centrosinistra guidata da Francesco Paoletti - aveva stipulato una polizza a copertura della responsabilità civile.
Nella causa la caratese ha chiesto al Tribunale di accertare e dichiarare la responsabilità del Comune in merito all’infortunio, nella persona del sindaco in qualità di legale rappresentante pro tempore, quale proprietario e custode dei loghi in cui si è verificato l’incidente. A questo si è aggiunta poi la richiesta di condanna dell’Amministrazione comunale, al risarcimento di tutti i danni, quelli patrimoniali (legati all’infortunio) per un importo di 1.337 euro e quelli non patrimoniali (ovvero quelli che includono tutti i pregiudizi non immediatamente quantificabili economicamente, quali la sofferenza interiore, l’invalidità fisica e psichica, il peggioramento della qualità della vita di una persona) per un importo di 90.580 euro.
Una somma ingente, di fronte alla quale il Comune ha deciso di opporsi. Sarà il giudice a decidere sul procedimento promosso dalla donna.