Cancro Primo Aiuto dona un'auto all’Hospice Santa Maria delle Grazie

L’auto sarà destinata al Servizio Cure Palliative domiciliari che la struttura svolge ormai da anni

Cancro Primo Aiuto dona un'auto all’Hospice Santa Maria delle Grazie
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Cancro Primo Aiuto dona un'auto all’Hospice Santa Maria delle Grazie don Gnocchi di Monza

L’auto sarà destinata al Servizio Cure Palliative domiciliari che l’Hospice svolge ormai da anni. La cerimonia di consegna si è svolta ieri - martedì - presso la struttura  di via Montecassino.

Flavio Ferrari e Nicola Caloni, rispettivamente amministratore delegato e vicepresidente brianzolo di Cancro Primo Aiuto, hanno consegnato le chiavi dell’auto al direttore dell’Hospice Alberto Rotondi, affiancato, nell’occasione, dal responsabile medico della residenza, Adriana Mapelli, dal responsabile eventi della Fondazione don Gnocchi Danilo Carena e dal cappellano della struttura, padre Aldo Camesasca.

«La necessità di queste prestazioni si fa sempre maggiore - ha fatto sapere Rotondi - A volte la mia struttura fa fatica a rispondere a tutte le richieste, ma non possiamo tirarci indietro. Per fortuna ci sono associazioni come Cancro  che ci danno una mano».

Sono oltre 400 i malati seguiti

Parole a cui fanno eco le dichiarazioni della dottoressa Mapelli. «In questo periodo abbiamo in carico, mediamente, un’ottantina di pazienti. Quest’anno siamo già a 400 malati seguiti, ben oltre i livelli dello scorso anno. E mancano ancora un paio di mesi».

Il Servizio Cure Palliative domiciliari dell’Hospice Santa Maria delle Grazie coinvolge sei medici, otto infermieri più due operatori socio sanitari, una psicologa e un assistente sociale e si svolge prevalentemente nel distretto di Monza e pochi altri comuni delle aree di Desio e Carate.

Offrire servizi laddove la sanità pubblica non arriva

«Questa donazione rientra nella nostra missione di offrire, dove possibile, servizi che la sanità pubblica non riesce a soddisfare – ha detto Ferrari – Tra l’altro, questo hospice è il primo che abbiamo contribuito a realizzare ed è stata un’esperienza per noi fondamentale negli interventi che poi abbiamo portato avanti negli anni in strutture simili in diverse aree della Lombardia».

«Credo che ancora una volta siamo riusciti a incanalare ottimamente le risorse che Cancro Primo Aiuto riesce a raccogliere – ha concluso Caloni – Non è sempre un’impresa facile, a volte si rischia di disperderle».

 

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