Caos patenti, arriva la stangata Iva: cosa sta succedendo

Dal 2 settembre fare una qualsiasi patente costa il 22% in più, e anche chi si è patentato negli ultimi 5 anni rischia di dover pagare ancora.

Caos patenti, arriva la stangata Iva: cosa sta succedendo
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Caos patenti, ieri scuole guida in sciopero e in mobilitazione a Roma. Cosa sta succedendo? Stangata Iva su chi si iscrive per fare la patente.

Caos patenti, l’Europa impone l’Iva

Fino a inizio settembre per l’Italia e il fisco nostrano erano scuole, e quindi esenti da Iva. Dal 2 settembre invece, data della risoluzione 79 dell’Agenzia delle Entrate, non è più così e quindi anche le scuole guida dovranno incassare e versare l’Iva, al 22%. Motivo, la sentenza della Corte di Giustizia Europea, in risposta al ricorso presentato da un’autoscuole tedesca. Una vera e propria stangata, che ha già costretto le agenzie italiane a rivedere i prezzi per far fronte alla tassa, con costi in aumento quindi per tutti coloro che si iscrivono per fare una patente.

Iva retroattiva fino al 2014

La stangata non riguarderà solo i neoiscritti e chi dovrà fare il rinnovo della patente. L’Agenzia delle Entrate ha infatti stabilito che le scuole guida dovranno versare l’Iva arretrata fino al 2014, relativa a tutte le patenti e i corsi effettuati. E qui si aprono due strade: o andare a bussare ai cittadini per recuperare le somme o obbligare le scuole guida a versare di tasca propria l’Iva non riscossa (e nemmeno richiesta dall’Agenzia delle Entrate) negli ultimi 5 anni. Somme vertiginose: l’Unasca, una delle associazioni di categoria del settore, ha stimato i costi in almeno 110mila euro a scuola guida, che porterebbero al collasso l’intero settore.

Scuole guida in mobilitazione

Proprio dalla contrarietà alla retroattività dell’Iva sono nati lo sciopero e la mobilitazione nazionale di ieri, mercoledì, che ha riguardato migliaia di scuole guida.

“E’ semplicemente assurdo – spiega Pasquale Di Bello, titolare di una storica scuola guida a Tradate – Ci sono tre articoli di legge che ci definiscono come scuola, e quindi esenti dall’Iva. Dagli anni ’80 la nostra Agenzia delle Entrate ha ribadito circolare dopo circolare che eravamo esenti, ora ci chiede di riscuotere una tassa che non dovevamo. Abbiamo già aggiornato i listini e spiegato il motivo ai nostri iscritti, ma recuperare il pregresso è impossibile“.

Politica mobilitata

La richiesta d’aiuto delle scuole guida non sembra esser rimasta inascoltata. Nonostante la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate sia arrivata in un momento in cui mancava un interlocutore politico (causa la crisi di Governo), tutto lo spettro politico si è detto intenzionato ad agire per fermare, almeno, la retroattività e a calendarizzare quanto prima la questione.

In questo senso, il senatore leghista Stefano Candiani e i colleghi deputati bergamaschi Daniele Belotti e Simona Pergreffi hanno annunciato delle interrogazioni parlamentari, e in questi giorni sono state già depositate tre mozioni.

“Speriamo si riesca a fermare almeno l’assurdità della retroattività – conclude Di Bello – Ma la battaglia poi sarà in Europa per tornare ad avere l’esenzione: oggi la patente non è più un lusso, specie per chi non abita nelle grandi città. La concorrenza non c’entra nulla: un tedesco non può fare la patente in Italia per risparmiare sull’Iva, a meno di trasferirsi e prendere la residenza. Inoltre, ci sono patenti come la CQC necessarie per guidare mezzi pesanti, camion e autobus, che anche senza Iva costano oltre 3mila euro. Quello degli autotrasporti poi è già un settore in difficoltà per mancanza di autisti, aggravarlo di nuovi costi significherebbe dargli il colpo di grazia”.

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