Caso mensa Lodi: famiglia ecuadoregna vince il ricorso, sarà così anche negli altri comuni lombardi?
Ecco tutti i comuni lombardi che, dopo la sentenza del Tribunale di Lodi, potrebbero essere a loro volta obbligati a rivedere le proprie posizioni.

Caso mensa Lodi: una famiglia ecuadoregna residente a Lodi ha vinto il ricorso contro le decisioni della Giunta leghista che prevedevano l’esclusione degli stranieri privi di documentazione aggiuntiva dalle agevolazioni mensa.
Caso mensa Lodi
Come riporta il GiornalediLodi.it sono 130 le famiglie di stranieri residenti a Lodi che hanno presentato ricorso contro il regolamento della Giunta Casanova sul tema prestazioni agevolate. La prima decisioni del giudice del tribunale civile di Lodi è arrivata. Una famiglia originaria dell’Ecuador ha ottenuto di poter accedere alle prestazioni sociali agevolate. L’avvocato Daniele Nigro, che rappresenta la famiglia straniera, aveva depositato il ricorso per l’ammissione del bambino in mensa il 2 ottobre.
Contestato e vinto
Il Comune ha dichiarato di avere ammesso il bambino ecuadoregno in mensa senza riserve. Il legale ha dichiarato: “Questa famiglia ha dovuto adire fino al tribunale per vedersi riconosciuto un diritto che le spettava, come ha ammesso 24 ore prima dal Comune”.
Non c’è solo Lodi
Allargando lo sguardo, però, si scopre che Lodi non è l’unico Comune lombardo che ha scelto questa via. A fare chiarezza, soprattutto legale, sulla vicenda è intervenuta Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) – formata da un gruppo di avvocati, giuristi e studiosi, che ha, nel tempo, contribuito con suoi documenti all’elaborazione dei testi normativi statali e comunitari in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza, promuovendo nel dibattito politico-parlamentare e nell’operato dei pubblici poteri la tutela dei diritti nei confronti degli stranieri. A finire nel mirino dell’associazione, che sta raccogliendo le segnalazioni di cittadini e avvocati di altri enti locali che stanno adottando il “modello lodigiano”, c’è anche il Comune di Vigevano, posto sotto l’egida del sindaco leghista Andrea Sala.
Il caso Lentate
Tra i Comuni diffidati c'è anche Lentate sul Seveso. Un Comune dove, lo ricordiamo, lo stesso sindaco, Laura Ferrari, aveva detto alcuni giorni fa di non aver nessuna intenzione di modificare il regolamento, "che funziona benissimo". "A dimostrarlo - aveva detto il sindaco - ci sono i fatti: sugli 890 studenti delle scuole del territorio, 180 hanno richiesto di accedere alle prestazioni sociali agevolate per mensa e trasporto, di cui 35 stranieri. Ebbene, tutti e 35 hanno fornito la documentazione, senza lamentarsi. A loro rivolgo i miei complimenti, perché hanno dimostrato maturità e hanno compreso che il modo migliore per integrarsi è rispondere in modo positivo alle regole"
QUI L'ARTICOLO COMPLETO SUL CASO LENTATE
Gli altri Comuni diffidati
Ecco tutti gli altri Comuni o consorzi a cui il servizio anti-discriminazione aveva inviato una diffida:
–ASSEMI (azienda sociale sud est Milano);
–San Giuliano Milanese (facente parte del Consorzio ASSEMI);
–Melegnano (facente parte del Consorzio ASSEMI);
–Vigevano
– Castelcovati (diffida in via di preparazione, non ancora inviata).