Desio

Centro massaggi a "luci rosse", i Carabinieri mettono i sigilli

Le indagini erano partite da un'aggressione che risale a ottobre, un 22enne era stato colpito con bastone e mannaia ed era finito in ospedale.

Centro massaggi a "luci rosse", i Carabinieri mettono i sigilli
Pubblicato:
Aggiornato:

Centro massaggi a "luci rosse" a Desio, i Carabinieri intervengono e mettono i sigilli.  Massaggi “hot” e Happy Ending con la mannaia, il punto di partenza delle indagini dell’Arma, con uomo gravemente ferito, finito all’ospedale.

I Carabinieri a Desio chiudono un centro massaggi a "luci rosse"

Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Compagnia di Desio, al termine di mirata indagine avviata d’iniziativa e successivamente assunta dalla Procura della Repubblica di Monza, hanno proceduto a sottoporre a “sequestro preventivo” un centro massaggi di Desio, risultato di proprietà di un cittadino 43enne di origini cinesi, con alle spalle un curriculum giudiziario fatto di reati contro la persona, prostituzione, falsità personale e ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato. Il  provvedimento, è stato emesso a conclusione di una puntuale attività investigativa, che trae origine dall’indagine promossa dai Carabinieri della locale stazione, strettamente collegata a un grave episodio, un'aggressione avvenuta qualche mese fa nel comune di Desio.

A ottobre l'intervento per l'aggressione al centro massaggi

A ottobre 2022, i militari, a seguito di una richiesta telefonica arrivata al "Nue 112", erano intervenuti nel centro di Desio dove era stata segnalata un’aggressione nei confronti di un giovane 22enne, originario del Kenya, residente nella bergamasca, a Casirate d'Adda, che era stato aggredito e ferito. Nella circostanza, la vittima riferiva che, nel corso della notte, aveva contattato una donna, tramite un sito di incontri, per consumare un rapporto sessuale. Previo pagamento anticipato della prestazione, l'aveva raggiunta - come concordato – all’interno di quel centro massaggi, con i vetri oscurati da locandine che impedivano a chiunque di osservare cosa accadesse all’interno, dove la passione per i massaggi orientali era risultata da tempo evaporata.

La vittima colpita con bastone e mannaia

In quella sede, l’accordo veniva vanificato dalla donna che comprometteva la natura della prestazione dapprima concordata, motivo per cui la vittima, nel richiedere la restituzione della somma anticipata, veniva ripetutamente colpita, prima dall'indagata con un bastone, e poi anche dal proprio coniuge, nel frattempo intervenuto, con una mannaia. Sul posto si era portato il personale del 118, che aveva poi trasportato  il malcapitato in codice "giallo - verde" al Pronto soccorso dell’ospedale Pio XI di Desio, dove era stato giudicato guaribile in  20 giorni per “aggressione da parte di persona, varie ferite e trauma cranico”. Le  ricerche eseguite hanno consentito subito ai militari di risalire a una coppia di origini cinesi la cui base logistica era appunto un centro massaggi non poco lontano. Qui era stato ritrovato vario materiale riconducibile all’attività di prostituzione, rendiconti e documentazione, il bastone e la mannaia utilizzati dagli indagati, che venivano arrestati per lesioni personali aggravate in concorso e denunciati per violazioni in materia di immigrazione.

Nel centro massaggi l'attività di prostituzione

Da quell’episodio efferato, che grazie all’immediato intervento dei soccorsi le conseguenze per la vittima erano risultate meno gravi di quanto avrebbe potuto essere, i Carabinieri avevano quindi avviato un'indagine sul conto dell’attività con riguardo al regolare svolgimento di quello che doveva essere un centro massaggi. Gli accertamenti condotti dall’Arma consentivano di risalire al metodo “cinese” messo in atto da una donna, anch’essa orientale 37enne, che era stata costretta da anni a vendersi tutti i giorni, fino a notte fonda, a uomini prevalentemente di età avanzata,  un trattamento aggiuntivo a luci rosse, naturalmente dietro pagamento di una somma variabile dai 20 ai 50 euro, a seconda della prestazione. Tutti i proventi sia dei massaggi che dei trattamenti extra, venivano incassati esclusivamente dal titolare del centro, consorte della donna, che aveva reclutato la  connazionale per svolgere l’attività di prostituzione sotto la copertura di prestazioni legate al benessere, all’interno del finto centro massaggi, divenuto una vera e propria casa d’appuntamento.

Accertamenti anche per presunte irregolarità lavorative

Così, sulla base di schiaccianti indizi di colpevolezza raccolti dalle indagini, totalmente accolti  dalla Procura di Monza, che hanno permesso di riscontrare quanto già ipotizzato nella fase investigativa e cioè che all’interno della struttura venivano forniti ai clienti servizi ben diversi rispetto a quelli di un centro wellness, i Carabinieri, ottemperando al decreto emesso dal Tribunale di Monza - Ufficio del Gip, contestando il reato di “sfruttamento della prostituzione”, hanno potuto mettere fine all'illecita attività a “luci rosse”, che si era sviluppata nel tempo all’interno del centro benessere, interamente gestita da due sposi orientali.
La coppia cinese, proveniente dalle propaggini del deserto del Gobi, è stata segnalata al Nucleo Ispettorato del Lavoro Carabinieri per ulteriori accertamenti connessi a presunte irregolarità lavorative.

Seguici sui nostri canali
Necrologie