Violenza in carcere

Chiesti 13 anni per il detenuto accusato di avere stuprato un compagno di cella

Il 37enne tunisino avrebbe minacciato la vittima con una forbicina e una lametta da barba

Chiesti 13 anni per il detenuto accusato di avere stuprato un compagno di cella
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L’accusa è di aver stuprato il compagno di cella nell’aprile del 2020, minacciandolo con una forbicina e una lametta da barba.
La richiesta della procura, al processo che vede imputato di violenza sessuale un 37enne tunisino è di 13 anni di reclusione.  La parte offesa, invece, è 35enne di nazionalità romena, che dopo i fatti era stato nuovamente arrestato in Svizzera, anche se ora si trova a piede libero.

Violenza in carcere

L'uomo si è costituito parte civile, e chiede un risarcimento del danno. Il fatto contestato risale ormai a cinque anni fa, in piena epidemia di Covid. All’epoca l’immigrato dell’est Europa aveva denunciato al personale della polizia penitenziaria di essere stato abusato dal compagno di cella. Racconto che aveva indotto gli agenti a separare l’uomo dal presunto violentatore. L’uomo aveva riferito che il nordafricano, con cui condivideva la cella da circa un mese, già in altre occasioni gli aveva chiesto di fargli un massaggio alla schiena. Lui avrebbe acconsentito, nel timore di subire ritorsioni in caso di rifiuto.

Chiesti 13 anni per il detenuto

La sera dei fatti contestati, secondo la versione della vittima, l’imputato lo avrebbe indotto ad assumere la sua terapia serale di tranquillanti in dose doppia, minacciando di ferirlo con una lametta se non l'avesse mandata giù.
Poi, approfittando dell'effetto dei sedativi che l'avrebbero stordito, avrebbe abusato di lui. Il giorno seguente, il romeno ha chiesto di parlare con gli agenti. La sentenza è prevista a luglio.

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