Cesano Maderno

"Chiudo il negozio: il Covid ci ha dato la botta finale"

La decisione di Marco Gucciardi, che nel 2017 aveva aperto uno dei più grandi punti vendita di integratori del Nord Italia.

"Chiudo il negozio: il Covid ci ha dato la botta finale"
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"Il Covid ci ha dato la botta finale". Marco Gucciardi, 49 anni, di Mariano Comense (Como), lo dice con amarezza mista a delusione. Nei giorni scorsi ha annunciato che a fine mese chiuderà il suo Better body, il negozio di integratori, alimenti e abbigliamento, per lo sport e il benessere, che aveva aperto nel 2017 sulla Nazionale dei Giovi a Cesano con Vainer Panetta, 36 anni.

"Chiudo il negozio: il Covid ci ha dato la botta finale"

"Questa pandemia ha lentamente lacerato quello che eravamo riusciti a costruire con passione, impegno e sacrificio" ha spiegato l'ex informatico che ha mollato il posto in banca per rincorrere il suo sogno, in un lungo post sui social dove ha puntato il dito su "il lockdown, la chiusura delle palestre, la paura della gente a muoversi e l'acquisto online".

I problemi

A fronte di aiuti minimi dal governo («Ho coperto un mese»), negli ultimi due anni le spese sono rimaste sempre le stesse, tra affitto da onorare e dipendente da stipendiare. Non è servito allestire una sala personal per gli allenamenti individuali: paragonata a una palestra, non ha potuto rimanere aperta.

"Ho cercato di resistere e tamponare con i risparmi di una vita l'emorragia che ad un certo punto è diventata troppo grande - spiega - Speravo che tutto ciò finisse al più presto, che la gente comunque capisse e ci supportasse, ma non è stato così". Quello di Cesano è uno dei negozi di integratori più grandi del Nord Italia.

Gucciardi lo aveva aperto dopo i buoni riscontri del negozio avviato nel 2014 a Mariano Comense (il punto vendita da dicembre resterà l'unico). "Abbiamo puntato sempre sulla qualità dei prodotti e delle marche e forse abbiamo sbagliato - commenta l’imprenditore - Oggi la qualità non viene percepita, non viene premiata, schiacciata sempre più dal marketing, dai social, dagli influencer, dai prodotti del network marketing che hanno avvelenato anche quello che per me era un settore "professionale" e che oggi sta diventando sempre più un bluff per spillare quattrini alla gente "ignorante"".

Riflette il 49enne: "Vent'anni fa lavoravo in banca ed ero spesso a Londra. La cultura dell'integrazione lì era già molto diffusa. Ne ho testato i benefici su me stesso e mi sono deciso ad aprire un negozio di qualità. Purtroppo tanta gente preferisce fare a meno dei consigli degli esperti per acquistare da sola, chissà cosa, sempre più online da quando siamo in emergenza da Covid, e per di più fermandosi solo il prezzo. Non mi resta che chiudere".

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