Lissone

«Ciao Mike, pugile dal cuore d'oro»

Celebrati ieri pomeriggio alla chiesa del Cuore Immacolato di Maria di Lissone i funerali di Michele Di Giacomo, il giovane di 33 anni scomparso domenica per un brutto male contro cui combatteva da poco più di un anno

«Ciao Mike, pugile dal cuore d'oro»
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"Sei stato un guerriero, hai combattuto fino all'ultimo secondo per vincere ogni singolo match. Sei stato tante cose, un maestro, un figlio, un fratello, un fidanzato straordinario. Sei stato un esempio. Sei stato soprattutto cuore".

Così dal pulpito Francesca Di Giacomo ha ricordato il fratello Michele Di Giacomo - il giovane pugile lissonese di 33 anni scomparso domenica scorsa a causa di una brutta malattia - nel corso del suo funerale, avvenuto ieri alle 15:30 alla parrocchia del Cuore Immacolato di Maria di Lissone, di fronte ad una chiesa gremita, non solo di persone, ma anche di tanta, sincera, commozione.

Se n'è andato avvolto da tantissimo affetto Michele - "Mike" per gli amici - dopo una vita vissuta con entusiasmo, passione e dedizione. Sono questi i valori che da uomo e da pugile il giovane lissonese ha trasmesso a tutti coloro che l'hanno conosciuto. In tutti, al suo ricordo, trasuda qualcosa di lui.

"Ciao Michi, da parte di tutta la squadra 'Spike boxing team', non potevamo avere un maestro migliore di te – l’ha ricordato sull’altare l’allieva e amica Elena Calafato – Coach, amico, padre, fratello, senza mai lesinare nulla, per rendere migliore ciascuno di noi".

Sì perché Michele oltre ad essere stato un pugile di lungo corso, fin dai 14 anni di età, con tante vittorie e traguardi che hanno costellato la sua carriera (tra cui aver fatto parte della Nazionale e del prestigioso team campione del mondo Dolce & Gabbana Italia Thunder), è stato anche allenatore con il suo "Spike Boxing Team", attivo dal 2017, e attualmente con più di 70 iscritti, tutti a lui profondamente legati e presenti in tantissimi alle esequie.

"Dai miei ho ricevuto l’educazione, da te ho imparato il rispetto e il valore del sacrificio per raggiungere i miei obbiettivi - l’ha salutato un altro suo allievo tramite una lettera – Mi hai insegnato ad usare la testa, sei stato il primo a credere in me. Avevi un modo di fare con cui facevi subito passare i cattivi pensieri ed il malumore. Buon viaggio lassù, anche lì sarai voluto bene come quaggiù".

Michele è stato un "porto sicuro" per chi l'ha conosciuto

In palestra come in amicizia, Mike era un ragazzo accogliente e leale. Chi scrive questo articolo lo conosce da quasi 20 anni (dai tempi del Liceo classico Zucchi), avendo avuto la fortuna di godere della sua sincera amicizia. Dai suoi occhi limpidi si vedeva diretta la sua anima, come acqua cristallina che sgorga dalla roccia. Mike era forte, sicuro di sé, virile, e allo stesso tempo aveva un animo fine, gentile, educato. Era un condottiero buono, che non lasciava indietro nessuno.

“Abbiamo sempre fatto quello che potevamo con quello che avevamo. Ti voglio bene fra” l'ha ricordato l'amico di una vita Marco Vitale, al termine della celebrazione liturgica.

"Amore mio, forza, tenacia, resistenza è stato ciò che mi hai trasmesso. Sei stato il mio porto sicuro, il mare che mi trasportava, il vento che mi accarezzava, il sole che mi scalderà. Ti amo più di ieri e meno di domani" sono state invece le parole commosse dal pulpito della fidanzata Martina Zanco.

Lui è stato "porto sicuro" per tanti, e tutto l'amore che ha dato gli è tornato indietro quando è stato lui a poter contare del sostegno della fidanzata, della mamma Annamaria Vernò, della sorella Francesca, dei suoi familiari e dei tanti amici, da quando, quel luglio 2022, è arrivata la brutta notizia della diagnosi del male che lo ha afflitto per questo anno e qualche mese appena trascorsi.

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Nella foto a sinistra Martina Zanco fidanzata di Michele, a destra la sorella Francesca Di Giacomo

Non ha mai smesso di amare la vita

Lui però la vita non ha mai smesso di amarla, come ha ricordato il sacerdote nella sua omelia: "ha combattuto fino in fondo la sua battaglia, con generosità e con fede". Poi il ricordo della sua vita cristiana: "Da piccolo ha fatto il chierichetto e ha vissuto l’oratorio con grande energia, in cui ha lasciato il segno per la sua vivacità e signorilità. Amava lo sbizzarrirsi nella vita".

Amava la vita Mike, come amava gli altri, come amava lo sport, con l'assoluta trasparenza di chi è come lo vedi.

Così all'ascolto della lettura del Vangelo, il cui brano è stato il celebre «Discorso della montagna» di Gesù ai suoi discepoli, alle parole "Beati i puri di cuore" non è stato possibile non pensarlo lassù, con il suo bel sorriso sincero.

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