Ciechi per un giorno per diventare guide

Un'occasione formativa unica per nove studenti del King di Muggiò che sono diventati volontari

Ciechi per un giorno per diventare guide
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Hanno attraversato la strada con gli occhi bendati, e allo stesso modo hanno corso in pista, e con il buio negli occhi hanno fatto un salto in lungo seguendo soltanto le indicazioni della propria guida. Questa è l’esperienza che hanno vissuto nove studenti del «King» di Muggiò, sabato 19 ottobre a «Guide in pista», il corso guide per atleti con disabilità visiva.

L'esperienza formativa

L'evento, organizzato da «Freemoving» di Luca Aronica, cieco dalla nascita e da, Antonella Inga, con il patrocinio di Rotary Club Villa Reale e Decathlon, è andato in scena nella struttura sportiva di via Cilea a Cinisello Balsamo. Poi c’è stato lo scambio dei ruoli, ed è toccato agli studenti di via Allende guidare atleti privi della vista.
Al termine delle prove gli studenti hanno ottenuto l’attestato e sono diventati volontari. L’iniziativa s’innesta nel Percorso di competenze trasversali per l’orientamento, ovvero l’alternanza scuola-lavoro, attraverso il «Progetto mosaico» seguiti dalle docenti, Patrizia Gelosa referente, e Paola Borin, componente della commissione Inclusione.

Studenti volontari

«E’ un’esperienza che i ragazzi vivono in gruppo, sviluppando quelle competenze trasversali tipiche del Terzo settore e alla luce di questo una decina di ragazzi sono diventati volontari» ha spiegato Paola Borin. L’alleanza del «King» con l’Unione ciechi e la Polisportiva Freemoving è consolidata da qualche anno ormai. Gli studenti sono rimasti entusiasti dell’esperienza di «Guide in pista» e non hanno esitato a inserirsi come volontari. «Guidare una persona non è facile, bisogna essere bravi a dare le indicazioni. Avevo già fatto l’esperienza con l’Unione ciechi», ha detto Mouhammad. Gli ha fatto eco il compagno di scuola Mauro: «Guidare ed essere guidati nella corsa è stato più agevole che non con il salto in lungo. Fare del bene agli altri è sempre una bella esperienza». «E’ stata un’esperienza molto bella dove ci siamo messi in gioco al fianco di persone che non possono vedere ma che nonostante questo non vivono l’handicap come un peso. E’ stato un grande insegnamento», ha commentato Giada. E Alice ha concluso: «La cosa difficile è farsi guidare da persone che non conosci, deve esserci simbiosi».

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