Sovraffollato, “con camere assediate dalle cimici e dalla scabbia e per questo chiuse”, agenti della polizia penitenziaria vittime, sempre più di frequente, di aggressioni.
Cimici, scabbia, aggressioni e sovraffollamento
E’ la situazione della casa circondariale di Monza che sarà al centro di un evento organizzato da Azione Monza e intitolato “Liberi di ricominciare”, che si terrà sabato 25 ottobre alle ore 10,30 al Teatro Binario 7. Un’iniziativa nata dalle segnalazioni delle sigle sindacali, in particolar modo Sappe, Osapp, Uilpa e Ussp, circa lo stato della struttura di via Sanquirico. Già ad agosto una delegazione di consiglieri del Pd, esponenti di Più Europa e il consigliere Paolo Piffer aveva preso parte a una visita organizzata da Nessuno Tocchi Caino e dalla Camera Penale. Ora alla denuncia circa la situazione in cui versa la casa circondariale, si dunque aggiunta Azione.
L’interrogazione al ministro
“La realtà di Monza è la punta dell’iceberg di una situazione che affligge tutta Italia – ha fatto sapere Tullio Parrella, Consigliere Comunale a Monza – dove tutti parlano di diritti e principi ma poi si investe nel Ponte sullo Stretto senza neanche chiedere ai siciliani se ne hanno bisogno. A Monza Azione sta lavorando concretamente per porre all’attenzione del Ministro della Giustizia con un’interrogazione lo stato del teatro del carcere; noi riteniamo infatti che rimettere in funzione il teatro della casa circondariale avrebbe dei grandissimi benefici sulla vita dei detenuti ad un costo sostenibile per le casse dello Stato”.
“Per il Governo non è una priorità”
Anche a livello nazionale il partito sta da tempo sollecitando il Governo, non solo sottolineando i problemi delle carceri, ma anche effettuando delle proposte. “Il Governo ha dimostrato a più riprese come questo tema non sia prioritario – ha evidenziato Fabrizio Benzoni, deputato di Azione e Segretario di Azione Lombardia – Ma evidentemente sfuggono i risvolti reali che questa situazione ha creato, sta creando e creerà in termini di sicurezza nelle città con persone che usciranno dal carcere e continueranno a delinquere come già fanno nella grande maggioranza dei casi. Nel 2024 si sono verificati 90 suicidi di detenuti in tutta Italia, e i dati del 2025 purtroppo continuano ad essere molto simili. Dispiace dirlo, ma finché le risposte saranno quelle del Ministro Nordio che, interrogato sul tema dal sottoscritto, ha dichiarato in Parlamento che più detenuti in una stessa cella di una manciata di metri quadri sono un bene perché si controllano a vicenda non andremo da nessuna parte”.
Agenti sotto organico
Alla data del 9 agosto scorso i detenuti a Monza erano 735 su una capacità di 411, con un tasso di (sovra)affollamento del 184%. A quella data c’erano tredici camere chiuse per disinfestazione da cimici da letto. Il presidente regionale dell’Uilpa Domenico Benemia, che lavora nella struttura, evidenzia questo e altri problemi: “Non si fa in tempo a sanificare un ambiente che subito bisogna ripartire con la bonifica di un altro. Noi agenti siamo troppo pochi e spesso capita che una persona che ha finito il proprio turno venga richiamata poche ore dopo per tornare a lavorare nel turno di notte. Siamo sfibrati, sotto organico e molti di noi non stanno bene, senza contare che non sono previste figure a supporto dei detenuti stranieri che, per le loro maggiori difficoltà di lingua e istruzione, avrebbero bisogno di essere seguiti in modo diverso”.
Le aggressioni
Nel 2024 si sono registrati 13 casi di aggressione al personale e 23 di lesioni tra detenuti. Nei giorni scorsi i sindacati, che definiscono il carcere di Monza “un manicomio criminale”, hanno annunciato di essere pronti a proclamare lo stato di agitazione del personale, “riservandosi di avviare ulteriori iniziative di protesta e mobilitazione qualora non vengano forniti riscontri tempestivi e concreti”.