Classe in quarantena a Seregno: per i bambini salta anche la Comunione
I ragazzi, circa una ventina, avrebbero dovuto ricevere il sacramento domenica 18 ottobre ma un caso positivo a scuola ha bloccato tutto.
Classe in quarantena a Seregno: per i bambini salta anche la Comunione. I ragazzi, circa una ventina, avrebbero dovuto farla domenica 18 ma un caso positivo a scuola ha bloccato tutto.
Classe in quarantena a Seregno: per i bambini salta anche la Comunione
Comunione saltata a poche ore dal rito. E' quanto successo ad una ventina di ragazzi di una classe di quinta elementare di Seregno che domenica 18 ottobre avrebbero dovuto ricevere il sacramento, insieme ad altri bambini della stessa età. Poche ore prima invece tutto è stato annullato. Nella classe dei bambini è stato infatti accertato un caso di positività al Covid-19 e, come da prassi, gli studenti sono finiti in quarantena.
Un inconveniente spiacevole quello accaduto ai giovani studenti, ma purtroppo possibile in una situazione di aumento dei contagi che non sta risparmiando nemmeno Seregno. Lo ha ribadito anche il sindaco che ha mandato un saluto speciale ai bambini protagonisti di questa piccola disavventura.
I contagi in città
I vaccini per l'influenza
"Oggi (ieri ndr) dovevano arrivare le prime, pur pochissime, quantità di vaccini antinfluenzali ai medici di base da Regione, ma ho ricevuto diverse segnalazioni sul fatto che purtroppo anche quelle 30 unità oggi non erano disponibili. Oggi leggevo dell’allarme di Ats Milano che non riesce più a tracciare i contagi (“Chi sospetta un contatto a rischio stia a casa”), mentre proprio da oggi in Emilia partono i test sierologici gratuiti e rapidi in farmacia per bambini e alunni 0-18 anni e maggiorenni iscritti alle superiori, i rispettivi genitori, fratelli e familiari conviventi, e studenti universitari col medico curante in Emilia. Che devo dirvi? Senza polemica… ma rosico, vi dico la verità.
"Tra un decreto e un divieto possiamo fare tutti la nostra parte"
"Hai voglia a parlare di resilienza, vi capisco. Siamo più stanchi, più disillusi, magari un po’ più arrabbiati, stressati e frustrati, perché più in difficoltà o perché speravamo di essere più pronti, rispetto a questo deja-vu di annunci di incerti provvedimenti restrittivi. Hai voglia a dire che sarà lunga, sarà dura, ci saranno più emergenze quotidiane e nuove misure, ma ce la faremo. Eppure qui siamo, e per quanto tante cose si potevano fare meglio, alla fine la colpa non è tanto di questo o di quello, ma se siamo in pandemia è a causa di qualcosa di esterno che non dipende da noi, né da chi governa a Milano o a Roma. E dunque, abbiamo due possibilità: crogiolarci nella nostra frustrazione alla “fa-tutto-schifo”, o provare, anche se non sarà semplice e non ci verrà sempre, a cercare un altro atteggiamento. Sembra impossibile, ma in fondo è quello che si è già visto nel lockdown, quando non sapevamo più dove mettere tutti i volontari che volevano aiutare chi era in isolamento o in difficoltà, dicendo “io ci sono” proprio nelle settimane più dure. Tra un decreto e un divieto, possiamo fare ciascuno la nostra parte, sentendoci protagonisti, e non vittime delle regole. Essere proattivi, dirci “cosa ho fatto io oggi per limitare la diffusione del contagio”: magari le solite cose, lavando le mani una volta di più, tenendo il naso nella mascherina, oppure magari cambiando una abitudine, un orario, un consumo, una azione che protegge la mia salute e magari l’ambiente che mi circonda. Resilienza è un termine che mi piaceva assai qualche tempo fa, ormai è abusato: ma non è solo proteggersi da un negativo, è anche cercare nelle fatiche un positivo, per viverle e vivere un po’ meglio. Siamo in ballo, possiamo lamentarci e basta del mondo ingiusto o viverla così. Se vi va, proviamoci. Intanto noi lavoriamo per voi a testa bassa, più possibile".