La rapina

Colpo al bancomat della Bpm: bottino da 30mila euro

Il furto avvenuto nella notte tra venerdì 12 e sabato 13 settembre alla banca Bpm di Ornago

Colpo al bancomat della Bpm: bottino da 30mila euro

Un boato, di quelli che ti fanno svegliare di soprassalto chiedendoti: «Ma cosa diamine è successo?». É questa la sensazione provata da tanti cittadini di Ornago che nella notte tra venerdì 12 e sabato 13 settembre sono stati svegliati di soprassalto dal rumore provocato dai ladri che hanno fatto saltare il bancomat della banca Bpm presente in via Kennedy, mettendo a segno un colpo da alcune decine di migliaia di euro.

Colpo al bancomat della Bpm: bottino da 30mila euro

Il commando di ladri sembrerebbe essere entrato in azione attorno alle 2 di notte. Arrivati tutti a bordo di un’automobile, mentre alcuni bloccavano la via, altri due hanno iniziato a lavorare sul bancomat che dopo pochi minuti è stato fatto saltare. Arraffati i contanti, i malviventi se la sono data così a gambe con un bottino che, secondo le prime stime, ammonterebbe a circa 30mila euro.

A dare l’allarme sono stati proprio gli abitanti della zona svegliati di soprassalto. Gli ornaghesi hanno immediatamente chiamato il 112 e sul posto sono arrivati nel giro di poco tempo i Carabinieri, oltre che anche i titolari delle attività commerciali accanto alla banca, per constatare che l’intervento dei ladri non avesse arrecato danni alle loro vetrine.

Immediatamente gli uomini dell’arma si sono messi al lavoro per cercare di raccogliere elementi utili alle indagini, oltre che a raccogliere le testimonianze delle persone. La banda si è subito data alla fuga e, all’arrivo delle Forze dell’Ordine, avevano già fatto perdere le loro tracce.
Nel corso della notte però sono avvenuti altri due colpi simili, uno ad Urgnano nella bassa bergamasca attorno alle 3, e l’altro invece nel bresciano a Montirone verso le 4. Ad accomunare i tre colpi, avvenuti uno dopo l’altro, sarebbe la modalità d’intervento.

La tecnica della “marmotta”

Quella utilizzata dai malviventi sarebbe infatti la cosiddetta tecnica della «marmotta», ossia un lungo tubo metallico dove viene inserita della polvere esplosiva che, infilata all’interno della fessura del bancomat, genera un’esplosione che permette così di aprire un varco nella cassa e prendere agevolmente i contatti. Il termine «marmotta», sarebbe stato coniato in quanto il fischio che l’ordigno emesso poco prima della deflagrazione ricorderebbe proprio il verso del roditore.

Sulla connessione tra i tre colpi, stanno indagando proprio i Carabinieri, a cui spetterà la ricostruzione di quanto accaduto per capire se la mano dietro ai tre furti, sia o meno la medesima.