Commosso addio a Silvio Marchesi, ferramenta per oltre 50 anni
Con Silvio Marchesi, 80 anni, se ne va un pezzo di storia della città: era molto amato e nel cuore di tutti. Ha lavorato nella storica ferramenta Mariani di via Umberto I e, negli ultimi vent'anni alla "Maya" di via Monte Bianco
Una vita tra chiodi, viti, bulloni, martelli e cacciaviti, per professionisti e amanti del bricolage. Ma soprattutto tra sorrisi, voglia di scherzare e di prendere la vita con leggerezza anche quando il destino, in maniera inesorabile, ti presenta il conto con una diagnosi impietosa, difficile da sopportare. Una lunga lotta contro la malattia, diagnosticata 6 anni fa, che l'ha trasformato in un vero guerriero.
La città ha perso il suo storico "ferèe"
Dopo Berlusconi, illustre concittadino, sicuramente il "Silvio" più famoso di Arcore era lui. La città ha perso il suo storico "ferèe" Silvio Marchesi. L'uomo aveva 80 anni e si è spento venerdì scorso dopo aver combattuto per ben sei anni contro la malattia, lasciando un grande vuoto nelle vite dei suoi famigliari, nella moglie Rosangela, nelle figlie Valentina e Michela, nei parenti e in tutti coloro che l'hanno conosciuto dietro al bancone, senza contare gli storici clienti.
Marchesi ha svolto la professione di ferramenta per olte 50 anni: prima nella storica attività commerciale di famiglia che si trovava nella centralissima via Umberto I insieme alla moglie Rosangela (tutti avranno capito che stiamo parlando della "Ferramenta Mariani" che chiuse i battenti nel 2018) e poi, dagli inizi del duemila alla ferramenta Maya di via Monte Bianco.
Silvio, meta obbligata per tutti
"Silvio" era una meta obbligata: oltre alla ferramenta, aveva alle spalle una grande esperienza: se avevi un problema eri sicuro che Silvio te l'avrebbe risolto o ti avrebbe aiutato a trovare una soluzione. In oltre mezzo secolo di storia migliaia gli arcoresi e non che hanno varcato le porte dei negozi dove ha lavorato. Chi tutto trafelato aveva bisogno il duplicato di una chiave, chi di un barattolo di vernice o qualche attrezzo particolare. Per non parlare di chi non riusciva più ad entrare in casa per un problema alla serratura o anche di chi, con la scusa di dover prendere qualcosa, si concedeva una chiacchiera con lui.
Ma la vita di Marchesi non era solo casa e lavoro, infatti oltre a condividere le sue giornate con i suoi amati cagnolini, l'80enne aveva due grandi passioni: l'aeromodellismo e la realizzazione di presepi, tutti fatti a mano e tutti diversi.
"Papà era un vulcano di energia"
"Papà era veramente attaccato alla vita e, probabilmente, grazie al suo carattere forte e alla sua voglia di prendere la vita in maniera positiva, è riuscito a resistere per tanti anni nonostante la malattia - ha sottolineato la figlia Valentina Marchesi - Fino all'ultimo, fino a quando le sue forze glielo hanno permesso, voleva andare in negozio, voleva stare a contatto con la gente, non ce la faceva a stare a casa a non fare nulla. Stare dietro al bancone, per lui, voleva dire tanto. Era un amante dei suoi cagnolini, dei modellini di aerei e dei presepi. La sua è stata una vita semplice ma ricca, piena di esperienze e di incontri. Io personalmente l'ho seguito negli ultimi sei anni durante le varie visite che faceva in ospedale. Prima di sposarsi e di lavorare in ferramenta papà, quando era giovane, lavorava a Cascina del Bruno da Giannina Fontana. La ferramenta era la sua vita. Ma c'è un lato del carattere di papà, quello scherzoso e burlone, che forse in pochi conoscono".
Le esequie sono state celebrate stamattina, lunedì, nella chiesa di Sant'Eustorgio.