L'intervista

Condannato l’automobilista che provocò la morte di Manuel. Mamma Barbara: «Ha vinto la verità, ma non accuso nessuno»

Barbara Brambilla: "Una sentenza che riconsegna finalmente la dignità a mio figlio ma ci tengo a ribadire che non incolpo nessuno"

Condannato l’automobilista che provocò la morte di Manuel. Mamma Barbara: «Ha vinto la verità, ma non accuso nessuno»
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«Una sentenza che riconsegna finalmente la dignità a mio figlio ma ci tengo a ribadire che non incolpo nessuno, il destino ha voluto così e nessuno, purtroppo, mi riporterà indietro il mio Manuel... ».

Condannato l’automobilista che provocò la morte di Manuel. Mamma Barbara: «Ha vinto la verità, ma non accuso nessuno»

Con queste parole Barbara Brambilla, mamma di Manuel Pistoia, il giovane 26enne di Concorezzo, che perse la vita in un drammatico incidente stradale ad Abbadia Lariana, ha commentato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Lecco nei giorni scorsi.

La sentenza

Nove mesi di reclusione (con il beneficio della sospensione condizionale della pena) e patente sospesa per due anni. Condanna per Ivo Gaddi, cittadino di Abbadia Lariana, accusato di omicidio stradale in relazione alla morte di Pistoia, avvenuta il 19 giugno 2023, in un drammatico incidente stradale nello stesso comune della provincia di Lecco, lungo la provinciale 72.

L'incidente

Il verdetto risale a martedì 16 giugno, da parte del giudice lecchese Bianca Maria Bianchi, che si è presa un termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni. Secondo quanto emerso durante il dibattimento, il ragazzo viaggiava a bordo di uno scooter Malaguti Spidermax, un modello molto potente, in direzione sud, a velocità decisamente sostenuta. Ben oltre il limite consentito, almeno al doppio. Una volta perso il controllo del mezzo - a seguito di una violenta frenata - avrebbe colpito l'angolo posteriore destro della Tiguan guidata dall’imputato, all'altezza dello pneumatico. Il processo ha chiarito dunque che il motociclista ha tenuto una condotta imprudente. Una conclusione in linea con quella a cui è giunto il consulente della difesa (rappresentata dagli avvocati Stefano Pelizzari e Giuseppe Lo Curcio). Nonostante questo concorso di colpa, la pubblica accusa aveva chiesto comunque, nel corso della scorsa udienza, la condanna a otto mesi di reclusione, considerata la concessione delle attenuanti generiche. Di diverso avviso invece la difesa, secondo cui l’automobilista andava assolto, perché se il ragazzo in scooter avesse tenuto una condotta rispettosa dei limiti, non si sarebbe verificato lo scontro La famiglia della vittima, come riferito in aula, ha già ricevuto un risarcimento da parte della compagnia assicurativa.

Le parole della mamma

«Ho ribattezzato questa sentenza come la rivincita del mio Manuel ma sia chiaro non perchè è stato condannato qualcuno a seguito dell’incidente, anzi... - ha esordito la mamma che in esclusiva al nostro Giornale ha voluto rilasciare un’intervista - Qui abbiamo perso tutti e ci sono famiglie che vivono nel dolore. Ho vissuto questi due anni con la paura di non aver fatto abbastanza per raccontare la verità. Grazie al Tribunale di Lecco che ha dato voce al mio Manuel e grazie a voi che tenete in vita la memoria di mio figlio».

La mamma ha anche voluto dedicare un pensiero a Ivo Gaddi.

«Noi non ci siamo mai costituiti parte civile e non abbiamo mai puntato il dito con chi guidava la macchina - ha continuato mamma Barbara - Faccio l’assicuratrice di professione e, purtroppo, vivo in mezzo agli incidenti stradali. Forse tutti dovremmo ricordarci che quando siamo in macchina siamo in costante pericolo che possa accadere qualcosa. Purtroppo Manuel si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. E’ stato il destino e non è colpa di nessuno. Certo, se proprio devo dirla tutta, però, mi sarei aspettata almeno una telefonata, una lettera o un tentativo di contatto con la mia famiglia da parte di Gaddi. Io ho cercato in tutti i modi di fare arrivare a quest’ultimo un messaggio chiaro: non sono arrabbiata con lui. Ho chiuso il sinistro in tempo utile affinchè ricevesse lo sconto di pena. Ma dalla controparte niente, nemmeno un “mi dispiace” o un “grazie”. Ci sono anche altre cose che da mamma mi hanno fatto male durante questi due anni dal punto di vista processuale ma in questo momento preferisco non soffermarmi troppo. Diciamo che la sentenza ha riconsegnato dignità a mio figlio e chi ha orecchi per intendere...».

Manuel Pistoia

Due anni difficili

Mamma Barbara ha anche voluto ripercorrere la fatica di questi due anni senza il suo primogenito.

«Sono stati due anni difficili, una lotta - ha concluso la donna - E’ dura, una sfida continua. Alla mattina, prima di uscire di casa, indosso una maschera che tolgo solo la sera, quando faccio ritorno tra le mura domestiche e riesco ad essere me stessa. Tante persone mi avvicinano e mi dicono che mi capiscono. Non è vero, solo chi vive questo dolore sa cosa vuol dire perdere così un figlio. Spero che la sua drammatica morte possa essere da insegnamento per tutti. Quando si va in macchina o in moto bisogna sempre stare attenti. E poi tanti devono rendersi conto di quanto sia bello potersi sedere a tavola con i propri figli. Azioni che diamo per scontate ma che mancano terribilmente».

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