Bimbi non a rischio

Covid e scuole, il pediatra: "Ecco perchè non vanno chiuse"

Biondi, direttore di Pediatria a Monza, rivela di aver avuto solo due casi gravi in adolescenti

Covid e scuole, il pediatra: "Ecco perchè non vanno chiuse"
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Non ha dubbi nemmeno stavolta: le scuole fino alle elementari non andavano chiuse. Diverso solo il discorso di medie e superiori perché sopra i 10 anni c'è un rischio maggiore.  Andrea Biondi, direttore della Clinica Pediatrica della Fondazione del Bambino e della sua Mamma dell'ospedale San Gerardo, dati alla mano, spiega perché infanzia e primaria devono restare aperte.

I bambini più protetti

«I bambini sono più protetti anche in caso di variante e sotto i dieci anni è rarissimo sviluppino forme aggressive, quindi le scuole dell’infanzia e primarie sarebbero state le ultime da chiudere. C’era ben altro a cui pensare prima», spiega Biondi. «Da ottobre a oggi posso confermare che abbiamo trovato cercandoli solo 63 bambini e adolescenti positivi in tutto, con soli due casi gravi di 16enni che sono stati intubati per polmoniti severe, ma ora stanno bene e sono stati dimessi», spiega. Questo per ribadire che i bambini risultano, almeno fino all’adolescenza, molto più protetti dagli adulti dal Covid.

Covid, incidenza per fasce d'età

A partire dall’inizio della pandemia, ovvero dal 23 febbraio 2020 fino a novembre a Monza c’erano stati 32 casi Covid tra bambini e adolescenti. Di questi, 19 solo tra ottobre e novembre.
Un aumento che rifletteva in quella seconda ondata la maggiore diffusione del virus nella nostra Provincia. Di quei 32 casi positivi riscontrati all’interno della struttura diretta dal professor Biondi, il cui range di età va dagli zero ai 18 anni, il 40 per cento aveva meno di 1 anno, il 30 per cento ha un’età compresa tra l’anno di vita e i nove e un ultimo 30 per cento dai 10 ai 18 anni.
«Noi effettuiamo tamponi a qualunque bambino si rechi in ospedale, anche per terapie o ricoveri che nulla hanno a che fare con il Covid, come nel caso dei nostri bimbi immunodepressi per malattie metaboliche o del sangue quindi con un controllo scrupolosissimo - spiega Biondi - I bimbi che devono fare terapie regolari vengono tamponati ogni volta, quindi parliamo di uno screening davvero importante e così abbiamo trovato da ottobre solo 63 positivi».

Solo due adolescenti in Rianimazione

La maggior parte dei casi pediatrici, ovviamente, è asintomatica o paucisintomatica, qualcuno manfesta alcuni sintomi come la febbre, ma ci sono state da ottobre solo due con situazioni gravi che hanno reso necessaria la Rianimazione. In questo caso appunto si trattava di adolescenti e infatti sulla chiusura delle scuole medie e delle superiori, Biondi non si esprime. «Devo anche constatare che tra la seconda ondata e la terza in cui siamo immersi oggi non si è mai arrivato a un punto di zero casi come successe a giugno e questo è un fatto - aggiunge - Ma sicuramente per i più piccoli la percentuale di diffusione è bassa rispetto agli adulti. I dati sono confortanti, non c’è mai stata un’esplosione di situazioni che necessitavano il ricovero come invece avviene per gli adulti. Per questo il mio messaggio è chiaro: le scuole sono le ultime strutture da chiudere, fino alle elementari. Capisco che chiudere attività di ristorazione e ricreativo dopo un anno possa causare grossi problemi economici e perdite, ma sarebbe stato più efficace nella lotta al Covid».

Ma i bimbi contagiano gli adulti?

C’è poi tutto il discorso se i bambini possono diventare vettori per gli adulti, ma su questo Biondi non si sbilancia troppo perché le evidenze scientifiche in questo senso non sono chiare. E anche se l’esperienza sembra far propendere per il contrario e cioé che siano gli adulti a contagiare i bambini più facilmente che viceversa, non è complessivamente da escludere che in qualche caso possa anche avvenire l’opposto. Il Covid, però è una malattia che ancora è per certi versi sconosciuta e su alcuni meccanismi ancora oggi non ci sono evidenze chiare. Ma una cosa è certa: «Ma la strage dei bambini per questa malattia non c’è, quindi nell’andare a scuola sarebbero strati sicuri».

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