Crisi Galimberti, da sabato chiusi i punti vendita
Serrande abbassate anche a Limbiate e Seregno, domani 4 febbraio si valutano le proposte d'acquisto per sette negozi
Crisi Galimberti, da sabato chiusi i punti vendita. Serrande abbassate anche a Limbiate e Seregno, domani 4 febbraio si valutano le proposte d'acquisto per sette negozi
Crisi Galimberti, da sabato chiusi i punti vendita
Da sabato 6 febbraio chiudono i punti vendita Galimberti, la catena di elettronica ed elettrodomestici da cui è nato il marchio Euronics, con quartier generale a Limbiate dove si trovano negozio, magazzino e uffici. "Le condizioni operative e finanziarie della società, purtroppo a Voi ben note, non consentono l’ulteriore prosecuzione delle attività di vendita" ha scritto in una lettera ai circa duecento dipendenti il commissario straordinario nominato a marzo dell'anno scorso dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Aggravato un equilibrio già precario
"Le chiusure imposte per la pandemia, durante il periodo natalizio e nelle successive settimane, hanno comportato un calo delle vendite, che ha aggravato il precario equilibrio economico-finanziario in cui l'azienda già si trovava" ha aggiunto il commissario straordinario nella missiva ai lavoratori.
Domani si aprono le offerte d'acquisto dei punti vendita
Tutto personale verrà dunque messo in cassa integrazione straordinaria a zero ore. Ma i punti vendita potrebbero riaprire. Il 14 gennaio il Ministero dello sviluppo economico aveva infatti autorizzato la procedura di cessione di sette negozi, oltre Limbiate e Seregno, gli altri store coinvolti nella dismissione sono quelli di Como, Lonato del Garda, Milano corso Buenos Aires, Milano via Solari, Pavia. Domani, giovedì 4 febbraio, verranno aperte le buste con le offerte di acquisto. Tra le condizioni poste agli acquirenti, l’obbligo a proseguire per almeno un biennio le attività imprenditoriali e a mantenere stabili per il medesimo periodo i livelli occupazionali.
Da marzo la società è in amministrazione straordinaria
La Galimberti a gennaio dell’anno scorso era stata dichiarata insolvente e due mesi dopo, a marzo, l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria con la nomina di un commssario. Dalla relazione del Tribunale di Milano, stilata contestualmente alla dichiarazione di amministrazione straordinaria, emerge che la società, nata nel 1985, conta undici punti vendita dislocati tra la Lombardia e il Veneto, dove sono impiegati 211 dipendenti. La situazione di crisi sarebbe iniziata nel 2015, poi nel 2018 e 2019 l’azienda aveva tentato di risollevarsi proponendo due piani concordatari ma sono stati respinti.
Il sindacato
L'immimente chiusura dei punti vendita non ha colto di sorpresa i sindacati. "Avevamo capito che la situazione era molto critica, se non ci saranno società interessate all'acquisto chiederemo un allungamento per altri 12 mesi della cassa integrazione straordinaria - ha spiegato Andrea Montanari della Filcams Cgil - Se invece dovesse concretizzarsi una proposta valida, accelerando i tempi il più possibile si potrebbe riuscire ad aprire i punti vendita ceduti entro una quarantina di giorni"