Crisi idrica: ecco la proposta dal tavolo di Regione Lombardia. IL LARIO HA SEMPRE PIU' SETE

Una situazione pesante per tutta la regione, ma assolutamente drammatica per il Lario.

Crisi idrica: ecco la proposta dal tavolo di Regione Lombardia. IL LARIO HA SEMPRE PIU' SETE
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Crisi idrica: oggi, 1 aprile 2019, si è tenuto il tavolo sulla crisi idrica in Lombardia. Una situazione pesante per tutta la regione, ma assolutamente drammatica per il Lario. “Le coltivazioni hanno sete e vivono un periodo di sviluppo anticipato tra i 15 e 20 giorni sul normale percorso di calendario, mentre il lago di Como ha un riempimento di appena il 7,6% con un livello di -27,7 centimetri vicino al record negativo storico registrato nel 1958” commenta Fortunato Trezzi, presidente interprovinciale di Coldiretti Como Lecco. “In queste condizioni il maltempo  (leggi qui le previsioni meteo) è atteso come manna dagli agricoltori ma per essere di sollievo la pioggia deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni: in più, le nostre colture non sono ancora “al riparo” dai rischi di una potenziale e rapida inversione termica dovuta al repentino cambiamento climatico e ad improvvise gelate”.

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Il Lario ha sempre più sete

La situazione dell’area lariana è comune a quella di ampie zone del Paese: un’Italia che, da nord a sud, si è ritrovarsi a secco dopo che il trimestre invernale 2019 ha fatto registrare un deficit pluviometrico nazionale pari a -30%, che equivale a circa 15 miliardi di metri cubi in meno di acqua rispetto alla media stagionale. La situazione peggiore è proprio nel settentrione, dove le precipitazioni sono praticamente dimezzate. Lo scenario di questi primi tre mesi ricorda quello del 2017, uno degli anni peggiori del secolo, che è costato 2 miliardi di euro in danni all’agricoltura italiana (con ripercussioni anche nella nostra provincia) a causa della siccità che ha tagliato i raccolti delle principali produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino al mais, ma anche ai vigneti e al fieno per l’alimentazione del bestiame per la produzione di latte.

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Situazione di assoluta emergenza                                                                                      

“L’anomalia climatica di questo primo scorcio d’annata – continua Coldiretti Como-Lecco – ha compromesso le riserve nel terreno, lasciato senza neve le montagne e ha ridotto drasticamente la portata di fiumi e laghi, evidenziando la necessità di predisporre un piano che preveda l’integrazione di nuovi invasi. Nei campi sono fioriti in anticipo gli alberi da frutto, mentre si trovano in difficoltà le colture autunnali come il frumento, l’orzo, l’erba medica e le altre foraggere che soffrono la prolungata siccità”.

Crisi idrica

L’incontro di oggi in Regione è stato un  momento non occasionale ma permanente, con periodicità funzionale alla situazione, per individuare le azioni da intraprendere per fronteggiare le scarse piogge e i conseguenti problemi irrigui; flessibilità degli interventi, assunti con necessario anticipo, rispetto al momento della probabile crisi idrica che colpirà il comparto agricolo nei mesi estivi;individuazione di una strategia a breve e di una a lungo termine per affrontare in maniera strutturale il tema acqua, con l’attuazione della legge che consente l’utilizzo delle cave dismesse come bacini idrici di pianura in grado di raccogliere le acque piovane, oggi disperse all’80 per cento.

Il tavolo tecnico

Questi gli esiti del Tavolo convocato dal presidente della Regione Lombardia ed al quale hanno partecipato gli assessori regionali all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi, agli Enti locali, montagna e piccoli comuni, all’Ambiente e clima, e al Territorio e Protezione civile. Ne dà notizia una Nota di Regione Lombardia in cui si specifica che al momento di confronto e dialogo promosso dal presidente hanno preso parte una quarantina di soggetti: associazioni di agricoltori, consorzi di bonifica e gestori delle dighe.

Altre proposte

Tra le proposte emerse nel corso dei lavori anche l’estensione della partecipazione, in occasione della prossima riunione, ai responsabili della gestione delle acque dei laghi, e la volontà di riconsiderare gli accordi con la Svizzera per la situazione relativa al Lago Maggiore. E’ stato quindi raggiunto – conclude la Nota –  il primo obiettivo che il presidente aveva indicato nella lettera di
convocazione della riunione: “Assicurare un coordinamento operativo ed efficace tra i vari soggetti interessati, condividendo i dati relativi al monitoraggio dello stato delle risorse idriche, l’andamento delle temperature e delle previsioni metereologiche, la quantificazione aggiornata delle riserve idriche e la stima dei fabbisogni”.

 

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