Cyberbullismo, a Carate Brianza una serata con il papà di Igor Maj

Se ne parlerà martedì 20 novembre alle ore 21 presso il cineteatro «L’Agorà» (ingresso libero). Sarà il primo incontro del ciclo organizzato dalla scuola parrocchiale Vescovi Valtorta e Colombo dal titolo «La trappola della rete in una rete di trappole».

Cyberbullismo, a Carate Brianza una serata con il papà di Igor Maj
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Cyberbullismo, a Carate Brianza una serata con il papà di Igor Maj,  per discutere anche dei rischi della rete per i più giovani.

Cyberbullismo

Se ne parlerà martedì 20 novembre alle ore 21 presso il cineteatro «L’Agorà» di Carate Brianza in via Amedeo Colombo (ingresso libero). Sarà il primo incontro del ciclo organizzato dalla scuola parrocchiale Vescovi Valtorta e Colombo dal titolo «La trappola della rete in una rete di trappole». Un dialogo tra il giornalista Gianluigi Bonanomi, esperto in cyberbullismo, e Ramon Maj, padre di Igor, il ragazzo 14enne milanese ritrovato senza vita il 6 settembre scorso nella sua stanza da letto vittima di un assurdo «gioco» che aveva scoperto in un video su YouTube.

Promossa dalla scuola parrocchiale

A promuovere la serata sono l’associazione genitori e l’istituto parrocchiale Vescovi Valtorta e Colombo con l’intento di offrire al territorio un momento di riflessione e di scambio sui temi della genitorialità e dell’educazione, che mai come oggi si pone quale priorità per giovani che hanno di fronte una società che offre centinaia di pericoli e, soprattutto, grandi contraddizioni.

L’incontro di martedì a Carate vuole spingere a soffermarsi sulla reale pericolosità dei contenuti presenti online e sulla facilità con la quale i ragazzi possono entrarne in contatto confondendo con leggerezza «il web come un compagno», e vuole stimolare quanto più possibile il dialogo e il confronto con i figli, evitandone la solitudine di fronte agli strumenti che possono trasformarsi in un attimo in trappole tragiche. Proprio come successo al 14enne di Milano, trovato con un cavo stretto al proprio collo dopo essersi imbattuto su internet nel video della tragica sfida denominata «blackout» o autosoffocamento.

 

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