Decreto Sicurezza: Allevi contro i sindaci "ribelli": "Atteggiamento inammissibile"

"Per troppo tempo siamo stati costretti ad affrontare le conseguenze di un’accoglienza indiscriminata e senza regole"

Decreto Sicurezza: Allevi contro i sindaci "ribelli": "Atteggiamento inammissibile"
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Decreto Sicurezza: Allevi contro i sindaci "ribelli": "Atteggiamento inammissibile"

Il primo ad annunciare l'intenzione di disattendere al Decreto Sicurezza voluto dal vicepremier e Ministro dell'Interno Matteo Salvini, nelle parti riguardanti i migranti, era stato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Con lui si era subito schierato il primo cittadino di Napoli Luigi de Magistris, seguito a ruota da altri sindaci come Dario Nardella (Firenze) e Federico Pizzarotti (Parma). Un vero e proprio fronte di opposizione che non è piaciuto al Viminale, tanto che lo stesso Salvini, irritato, ha risposto che "ne risponderanno personalmente e legalmente".

L'intervento di Allevi: "Inammissibile"

Sulla vicenda è  intervenuto a gamba tesa il sindaco di Monza Dario Allevi. "Trovo inammissibile che alcuni Sindaci si permettano di invitare i colleghi a disattendere una Legge dello Stato che, in quanto tale, si applica e basta - ha fatto sapere in una nota - Molti di questi primi cittadini, guarda caso sono del Pd, di quel partito cioè al quale  negli ultimi anni di democratico è rimasto solo il nome. Sono ormai stucchevoli quando iniziano ad abbaiare alla luna ogni volta che qualcuno non la pensa come loro”.

"Il Decreto Sicurezza è utile e necessario"

E prosegue. "Il decreto Sicurezza è un provvedimento utile e necessario, atteso come me da molti altri Sindaci, costretti ad affrontare gli effetti di un’accoglienza indiscriminata e senza regole degli ultimi anni. Da Presidente della Provincia prima e da Sindaco poi ho assistito ad un vero e proprio massacro degli Enti Locali da parte dei governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni:  dove erano Orlando e Nardella? Avevano forse ricevuto l’ordine di non disturbare il conducente? Mi spiace per loro ma come dicevano i latini 'dura lex sed lex', sempre".

Dito puntato contro il presidente di Anci

Dito puntato anche contro il presidente di Anci (e sindaco di Bari) Antonio Decaro che si è detto pronto a restituire la fascia tricolore al Ministro dell'Interno qualora non convochi un tavolo per discutere sul decreto. "Lo stesso vale anche per Anci, la casa di tutti i Comuni. Ecco perché insieme al Sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli e tanti altri colleghi ho deciso di scrivere al Presidente Antonio Decaro. Non mi sono piaciute ieri le sue prime affermazioni ed allora abbiamo ritenuto doveroso ricordargli la terzietà dell’Associazione in questioni politiche oltre all'invito a non farsi influenzare dai ‘compagni’ di partito. Questioni così importanti e delicate per le città italiane - conclude Allevi - devono essere affrontate e discusse in modo collegiale e serio nelle sedi opportune".

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