Incredibile

Derubato del telefono in ospedale sotto Natale

A denunciare quello che è successo all'ospedale San Gerardo è stata la figlia

Derubato del telefono in ospedale sotto Natale
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Un gesto di per sé odioso come un furto ai danni di un uomo anziano malato ricoverato in ospedale, è diventato ancora più vergognoso perché quel telefono sottratto dal comodino era l’unico modo per lui di comunicare con la sua famiglia poco prima di  Natale.
E’ davvero una vicenda che fa indignare quella che è accaduta giovedì 17 dicembre al reparto di Neurologia dell’ospedale San Gerardo di Monza nel quale si trova ricoverato il lissonese Mario Longo, 71 anni.

La denuncia della figlia

La figlia Francesca denuncia quello che è successo in ospedale

A raccontarlo è la figlia Francesca: «Giovedì alle 13 ci siamo sentiti, ma mio papà era stanco e si è messo a riposare. Ha appoggiato il telefono sul comodino del suo letto d’ospedale in ricarica come fa sempre e poi non lo abbiamo più sentito. Ci saremmo preoccupati non poco di non avere sue notizie se non fosse stato per una infermiera gentilissima che voglio ringraziare perché ci ha chiamato con il suo cellulare personale per non lasciarci in pena». Nel frattempo, infatti, approfittando del suo riposo, qualcuno si è impossessato del suo telefono, lasciandolo senza un mezzo per parlare con la sua famiglia e fare avere notizie di sè in un momento in cui i parenti non possono accedere nemmeno per una visita al proprio caro. «Abbiamo poi saputo che era già accaduto proprio in quel reparto e che ci sono anche dei sospetti, spero che il colpevole possa essere individuato e questa brutta esperienza non debba più capitare a nessuno», ha aggiunto la figlia.

Il precedente

Anche perché proprio con l’emergenza Covid che «blinda» l’ospedale rendendo impossibile l’accesso ai parenti e alle persone esterne, nessuno si sarebbe immaginato potesse accadere una cosa del genere. E non è nemmeno un caso isolato, proprio qualche settimana fa fa un altro lissonese, Fabrizio Crippa, aveva denunciato  di non aver mai riavuto indietro le fedi nuziali della moglie Ada Conca (volontaria della Croce Verde) morta di Covid in quel caso al Policlinico di Monza.

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