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La testimonianza
Desio, il professore e la nuova stella del calcio: "E' un esempio"
Stefano Motta è orgoglioso del suo ex alunno, Matteo Pessina: "Come sul campo da calcio, anche a scuola metteva tutto se stesso e non si arrendeva mai"
Desio, il professore e la nuova stella del calcio: "Un esempio". Stefano Motta è orgoglioso del suo ex alunno, il centrocampista dell'Atalanta, Matteo Pessina.
Motta e Pessina, la storia
Dopo una sorprendente stagione con il Verona, ora sta stupendo con la maglia dell’Atalanta. Ha giocato nella prestigiosa Champions League e si è anche conquistato la Nazionale maggiore, chiamato dal ct Roberto Mancini. Ma Matteo Pessina, 23 anni, monzese, è rimasto lo stesso ragazzo umile, con la testa sulle spalle, che frequentava il liceo scientifico Villoresi di Monza, quando Stefano Motta, 45 anni, desiano, era il suo professore di italiano e latino. Lo stesso professore citato in una recente intervista dal 23enne centrocampista nerazzurro come "un uomo di spessore con cui sono ancora in contatto e con cui è un piacere confrontarsi".
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Motta: "Ci sentiamo ancora"
"Parole che mi fanno indubbiamente piacere. Me le ha segnalate il mio collega Alberto Faverio, ex docente di matematica di Matteo e campione di pallavolo con il Volley Modena - ha spiegato Motta, conosciuto in città anche come scrittore e coordinatore di Italia Viva - Matteo è sempre stato un ragazzo con la testa sulle spalle e ha tratto giovamento dall’avere un ex campione di sport come professore. Era un buono studioso e non si arrendeva mai alle prime difficoltà. Un po’ come fa in campo. E' un giocatore tecnico, ma anche grintoso". Una dimostrazione di quanto sia sbagliato lo stereotipo del calciatore poco studioso. "Sport e scuola sono in realtà molto simili. Perché l’insegnante è un po’ come l’allenatore. Ti aiuta a migliorare e ti permette di non barare: uno sportivo bravo è un alunno migliore, perché ha imparato a non barare, come Matteo", ha affermato Motta. I due si conoscono da quando Pessina frequentava il terzo anno di liceo. "Sono rimasto suo professore per due anni, in terza e quarta liceo. Aveva 17 anni, era già un giocatore professionista nel Monza, ma non ha mai perso la sua umiltà. In quinta io sono diventato dirigente scolastico nella sede di Merate, mentre lui era stato ceduto in prestito al Lecce. Avevamo mantenuto un bel rapporto. Ci sentivamo e mi chiedeva consigli sui testi da leggere. Capita ogni tanto di sentirsi ancora oggi. Quando vedi qualcuno come Matteo o anche chi diventa medico, avvocato, che poi ti ringrazia, è una grande soddisfazione", ha aggiunto Motta.
Due anni fa la visita a Merate
Il ringraziamento di Matteo non è mai mancato, tanto è vero che il giovane calciatore, oltre a mantenere un contatto con il suo ex professore, è anche andato a trovarlo personalmente a scuola. "Si è anche iscritto all’università, ma i suoi impegni sono ovviamente aumentati a dismisura. Riusciamo comunque a sentirci ogni tanto. Due anni fa è venuto a trovarmi, me lo aveva promesso ed è riuscito a mantenere la parola. Ho voluto che tutti gli alunni dell’istituto potessero ascoltare la sua storia. Segno che si può percorrere parallelamente il percorso di studi e di crescita sportiva".
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