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Di nuovo in piazza contro la didattica a distanza

Altra, pacifica iniziativa di protesta delle studentesse in centro a Monza.

Di nuovo in piazza contro la didattica a distanza
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Di nuovo in piazza contro la didattica a distanza. Altra, pacifica iniziativa di protesta delle studentesse e studenti in centro a Monza.

Di nuovo in piazza contro la didattica a distanza

Le motivazioni che le ha mosse sono le stesse di lunedì scorso, quando per la prima volta si sono sedute in piazza Trento Trieste e da lì hanno seguito le lezioni da remoto. Quella didattica a distanza che contestano. L'iniziativa delle studentesse del Liceo artistico Nanni Valentini di Monza è stata supportata dall'Unione degli studenti.

Distanziate e con mascherina per combattere il Covid ma anche con guanti e coperte per combattere il freddo in una mattinata di fine novembre. Erano meno della settimana scorsa ma non intendono recedere dai loro propositi: portare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla loro situazione.

Torneranno in piazza una volta la settimana sino alle prossime vacanze natalizie, nella speranza di tornare a scuola dopo l'Epifania, anche se certezze al momento non ce ne sono.

Gli studenti contestano il fatto che nei mesi estivi si è fatto poco, troppo poco per consentire ai ragazzi di tornare a scuola in sicurezza, così come si è fatto troppo poco per garantire la sicurezza sui trasporti.

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Studenti di nuovo in piazza per la scuola in presenza
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"Tutti dicevano che ci sarebbe stata una seconda ondata del virus - ha ricordato Andrea Scicutella, studentessa di quinta del Nanni Valentini - ma non è stato fatto abbastanza per mettere in sicurezza le scuole e i trasporti e così noi oggi siamo costrette a seguire le lezioni a distanza, salvo che per i laboratori. Ora chiediamo che vengano adottate tutte le misure per consentirci di tornare a scuola in sicurezza, che venga cioè fatto quel che non è stato fatto quest'estate".

Il questionario fra gli studenti lombardi boccia la dad

“Di nuovo in dad”. Così l’Unione degli Studenti Lombardia ha intitolato il questionario diffuso all'inizio del mese, quando il Dpcm del Premier Giuseppe Conte confermava l'ordinanza di Regione Lombardia che ha anticipato di 1 settimana la chiusura delle scuole.

Le risponde sono state più di 7.200 da parte di studenti e studentesse delle scuole superiori di tutta la Lombardia.

“Ora che il dibattito sulla riapertura delle scuole è infuocato - afferma Ludovico Di Muzio, coordinatore dell’Unione degli studenti Lombardia - ci sembra più che doveroso nei confronti della popolazione scolastica tutta dare garanzie certe su quale scuola ci troveremo ad affrontare. La dad fa emergere tutto quello che già prima del Covid non funzionava nelle nostre scuole e contribuisce sia all’aumento della dispersione scolastica sia all’attacco al diritto allo studio: le difficoltà domestiche, i problemi di salute fisica e psicologici, nonché un collasso sul piano relazionale e sociale.

"Il Governo, la Regione, gli enti locali devono stanziare velocemente risorse ed organizzare al meglio il rientro. Avete già abbandonato a sé stessa il mondo della scuola, dopo anni di definanziamenti e precise responsabilità politiche. Non vi permetteremo di farlo di nuovo!”

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La didattica a distanza non forma tanto quanto quella in presenza”. Ecco che cosa pensano gli studenti in Lombardia: più di otto su dieci sono di questa opinione.

Trasporti
"Se il 60% degli studenti già prima della chiusura si spostavano su mezzi pubblici troppo affollati, abbiamo bisogno di un intervento strutturale che garantisca la salute della cittadinanza, superando la farsa della capienza massima all’80% e aumentando in maniera consistente le corse dove ce n’è necessità".

Laboratori
"La quasi totalità degli studenti (circa 9 su 10) non svolgono le attività laboratoriali in presenza, contravvenendo a quanto sancito dalle norme del Ministero che garantivano la possibilità alle singole scuole di attivarle. Il danno alla qualità didattica è – e sarà – evidente in istituti come quelli tecnici, professionali, artistici, musicali e sportivi in cui la laboratorialità è centrale".

“Per il periodo che rimarrà da svolgere in dad - Conclude Ludovico Di Muzio - chiediamo che siano fatti interventi mirati per garantire dispositivi e connettività gratuita agli studenti che ne hanno necessità. Dai dati della nostra inchiesta 1 studente su 10 ha problemi di devices e connessione: vogliamo garanzie, in modo da poter assicurare quel barlume minimo di effettivo diritto allo studio che la didattica distanza consente. La generazione senza futuro prende parola per un presente diverso. Chi ci governa deve assicurarci un futuro migliore!

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