Diffamazione a mezzo stampa, presidente della regione Puglia a Monza
Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è stato ascoltato oggi in Tribunale a Monza, in qualità di parte lesa per un procedimento penale per diffamazione a mezzo stampa, nei confronti di alcuni giornalisti (tra cui Alessandro Sallusti) de "Il Giornale".
Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è stato ascoltato oggi in Tribunale a Monza, in qualità di parte lesa per un procedimento penale per diffamazione a mezzo stampa, nei confronti di alcuni giornalisti (tra cui Alessandro Sallusti) de "Il Giornale".
I fatti denunciati da Emiliano fanno riferimento ad alcuni articoli di giornale usciti a seguito di una maxi inchiesta della Guardia di Finanza pugliese del 2012, quando lui era sindaco di Bari. L'udienza ha visto lo stesso Emiliano raccontare al giudice la sua versione dei fatti, rispetto ad articoli pubblicati sulla testata milanese (ma non solo), responsabili di averlo indicato come indagato per vari reati, tra cui corruzione, per i quali invece non è mai stato iscritto in alcun registro della magistratura.
"Il tutto partì da alcuni presenti natalizi fatti dalla famiglia De Gennaro a rappresentanti delle istituzioni, tra cui anche io - ha raccontato in aula - pesce per essere esatti". Emiliano, per sua stessa precisazione, rifiutò il dono. Poi l'escursus di Emiliano ha riguardato gli appalti vinti dalla "Dec", di proprietà della medesima famiglia, divenuta poi oggetto di inchiesta insieme ad alcuni dirigenti del Comune di Bari. Come ha precisato in aula il suo legale "sulla famiglia de Gennaro è pendente il giudizio di primo grado, ma con alcuni reati prescritti - ha spiegato l'avvocato Gianfranco Glandariano - in piedi restano le accuse per corruzione di un singolo dirigente del comune, ma anche questo si avvia alla prescrizione".
Il Presidente della Regione Puglia parla poi di preciso disegno politico " a mio avviso vi fu un tentativo di delegittimazione della mia persona da parte di giornali a sostegno del governo Monti - ha spiegato in aula - perché allora io, anche rispetto al mio partito, avevo espresso la volontà di fondare una lista civica che si facesse carico del malcontento dei cittadini". L'udienza è stata rinviata al prossimo 27 marzo, quando dovrebbe essere sentita la Guardia di Finanza.