Incrdedibile

Dimesso con la prescrizione dei farmaci di un altro

L'episodio è accaduto a un 70enne che era stato ricoverato al Policlinico di Monza

Dimesso con la prescrizione dei farmaci di un altro
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Dimesso dal Policlinico di Monza con la prescrizione dei medicinali... di qualcun altro. La rottura del femore avrebbe potuto essere l’ultimo dei problemi per un 70enne monzese se non ci fosse stata sua figlia ad evitargli possibili (e ben più gravi) conseguenze.

Dimesso coi farmaci sbagliati

L’anziano, dopo una caduta in casa il 19 novembre era stato ricoverato infatti al Policlinico di Monza di via Amati dove era stato operato e infine, dopo oltre una decina di giorni di degenza, mercoledì dimesso con una lista di farmaci da assumere post intervento.
Nell’elenco dei farmaci che il paziente avrebbe dovuto assumere una volta a casa, infatti, ce ne erano alcuni per patologie che l’uomo nemmeno aveva e altri «ridondanti o in contrasto» con la terapia per la cardiopatia che sta già seguendo (e di cui l’ospedale era ovviamente a conoscenza).

E alla fine è stato solo un puro caso se la figlia dell’uomo si è accorta che qualcosa non quadrava e ha richiamato l’ospedale per chiarimenti, vendendo a scoprire così grazie a un solerte infermiere (che non smetterà mai di ringraziare) che - con tutta probabilità - c’era stato uno scambio di persona e a suo papà erano stati segnati i farmaci di qualche altro paziente.
«Se non mi fossi accorta, mio papà avrebbe assunto farmaci per depressione, epatite e problemi alla prostata, tutte patologie che non ha e mai ha avuto - ha spiegato la figlia - Oltretutto gli erano stati erroneamente prescritti altri farmaci per il cuore in aggiunta a quelli che già assumeva, rischiando così di complicare il suo quadro clinico. Avevano prescritto un Betabloccante (che mio padre già assume, cosa sarebbe successo ad aggiungerne uno nuovo?) e un antipertensivo (anche questo che mio padre già assume). Io sono ignorante in materia, non so cosa sarebbe potuto succedere se papà avesse davvero assunto tutto quello che c’era scritto sulla lista, ma non voglio nemmeno pensare a quanto ha rischiato per questo errore».

La famiglia del 70enne chiede giustizia

Ora  la ragazza chiede giustizia, ma soprattutto vuole mettere in guardia altri. «A papà sono stati dati farmaci che forse erano per un’altra persona e se anche a un altro paziente sono stati dati quelli di mio papà e nessuno se n’è ancora accorto? Questo timore mi assilla, da qui la volontà di raccontare la sua storia», aggiunge la monzese.
Anche perché nella prima lettera di dimissioni ci sono alcuni particolari sbagliati nella storia clinica del paziente: si dice ad esempio che ha rotto il femore sinistro ma che è stato «sottoposto all’artroprotesi» all’anca destra.

Racconta ancora la figlia: «Arrivati a casa dopo le dimissioni, leggo sul foglio che sono stati aggiunti circa cinque farmaci alla sua solita terapia. Nulla di strano, mi dico. Pensavo riguardasse l’operazione appena subita. Non c’erano però dettagli su quando dovesse assumere le pastiglie e così ho chiamato in reparto. Per fortuna mi ha risposto questo infermiere davvero professionale e competente che si è subito accorto che quelli non potevano essere i farmaci del papà. Se lo era preso a cuore e ricordava la sua storia clinica e così è stato lui a segnalare ai superiori il disguido».

Le scuse e la nuova lettera corretta

La giovane, che già aveva visto il papà aspettare 48 ore su una barella prima che si liberasse un posto in Ortopedia, davanti all’errore ha perso la calma. «Volevo fare denuncia ai Carabinieri, ma non sapevo come muovermi. Nel frattempo il medico del Policlinico mi ha richiamato per scusarsi, ma quello che mi ha fatto di più arrabbiare è stata la giustificazione fornita per l’errore: “Sono cose che capitano con tanti pazienti”. Al che gli ho fatto presente che mio padre poteva morire se avesse assunto tutti quei farmaci sbagliati, ma lui mi ha detto che ero esagerata e che comunque non era successo nulla. Certo, perché per fortuna mi ero accorta».

L’ospedale monzese ha fatto quindi di tutto per scusarsi dell’accaduto, rimandando prontamente la lettera di dimissione corretta (nella seconda versione viene menzionata l’operazione all’anca corretta, la sinistra e i farmaci sono quelli giusti). «Mi hanno anche convocato per scusarsi di persona. «In famiglia siamo furiosi e non intendiamo lasciar perdere.. è giusto che chi sbagli paghi». Il Policlinico di Monza, interpellato sulla questione, al momento ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

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